Celebrata al Ridotto la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario organizzato dalle Camere Penali

Processo breve, coro di no alla riforma

Comitati vittime, giudici e avvocati d’accordo: a rischio prescrizione i giudizi sui crolli.

L’AQUILA. Comitati vittime del terremoto, avvocati e magistrati tutti d’accordo su un punto: no al processo breve. E’ quanto emerso in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti che ieri si è celebrato al ridotto del teatro all’Aquila.
Un evento, organizzato dall’unione delle Camere penali, di risonanza nazionale che ha portato in città giuristi di grande caratura. Ma è stata una occasione per Comitati delle vittime della Casa dello studente e Conservatorio oltre all’Associazione italiana familiari e vittime della strada, per far sentire le proprie ragioni. Tanti cartelli, striscioni e slogan con un unico obiettivo: manifestare i pericoli di prescrizione che il processo breve può rappresentare per i procedimenti sui crolli degli edifici dopo il sisma.

Simona Giannangeli
avvocato del Comitato delle vittime, è stata ammessa a parlare durante i lavori. Ne nè uscito un intervento commovente che ha strappato gli applausi al dotto uditorio. «Quelli che rappresentiamo», ha detto, «non sono stati morti del terremoto ma morti della responsabilità umana come la procura sta accertando. Noi siamo qui anche per gettare un allarme rispetto alla riforma. Non siano contrari al principio che tutti abbiano un processo rapido ma siamo preoccupati verso questo disegno di legge che metterebbe in pericolo i processi». Poi ha letto alcune righe recuperate dal computer di Davide Centofanti, morto sotto le macerie.

«Salve a tutti», recita il testo scritto mesi prima del sisma, «colgo l’occasione per augurare un felice Natale a tutte le persone che mi vogliono bene. Spero che il prossimo sia diverso da quello precedente perchè questo è stato pieno di dolore e sofferenza. Ho avuto anche momenti di depressione e per una volta voglio pensare a me. Mi auguro tanta felicità e di raggiungere i miei obiettivi e di trascorrere una vita più serena assieme alle persone che mi sono più care e mi sono rimaste, mia mamma e mia sorella e spero di passare la prossima sessione universitaria».

«Davide non c’è più», ha detto la Giannangeli, visibilmente commossa, «e non avrà più alcuna possibilità di superare la sessione universitaria». Poi gli applausi e tutti in piedi. Il presidente dell’Unione delle camere penali, Oreste Dominioni, nel confermare il giudizio «assolutamente» negativo sul ddl, ha sottolineato che «non verrebbe considerata la fase delle indagini preliminari, che rappresenta la causa principale delle lungaggini, tanto che proprio in questa fase si determina il numero maggiore di prescrizioni». Della stessa opinione anche l’ex presidente della Camera dei deputati, Luciano Violante.

Nel corso del dibattito, in relazione al processo breve, è stato presentato uno studio per il quale nel 53 per cento dei procedimenti tra l’iscrizione al registro degli indagati e la prima udienza del processo trascorrono in media tre anni. Il presidente della Camera Penale dell’Aquila, Massimo Manieri, è voluto intervenire anche sui problemi della ricostruzione. «L’Aquila è un esempio di come affrontare l’emergenza ma la seconda fase, quella della ricostruzione, non è ancora partita».

Ma il presidente della Corte di appello dell’Aquila, Giovanni Canzio ha evidenziato come grazie alle sinergie delle componenti giudiziarie e istituzionali, si sono fatte grandi cose come il funzionamento degli uffici subito dopo il sisma, l’esame da avvocato nella città terremotata e la realizzazione tra due anni, della cittadella della giustizia. Davvero non è poco anche se questa sinergia, come il giudice ha osservato, è figlia di un dramma epocale.