Professore muore travolto da un’auto

Paniccia, docente universitario a Chieti, si ferma in una piazzola per riposare e un’altra vettura lo tampona

PESCINA. Si era fermato per una sosta e probabilmente si era appisolato quando la morte gli è piombata addosso all’improvviso.

Tarcisio Paniccia, 67 anni, era uno stimato docente all’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara.

La sua Alfa Romeo è stata tamponata lungo l’autostrada A/25 in direzione Roma, tra i caselli di Pescina e Celano. L’incidente è avvenuto ieri intorno alle 15,50.

Paniccia, originario di Veroli, in provincia di Frosinone, si era fermato in una piazzola di sosta ai bordi dell’autostrada, in un tratto rettilineo. Con ogni probabilità si era slacciato la cintura per riposare con più comodità. E questo particolare gli è stato fatale.

Da una prima, sommaria ricostruzione dell’incidente, la cui dinamica è ancora in fase di verifica da parte degli agenti della polizia stradale della sottosezione di Pratola Peligna, il conducente dell’altro veicolo, una Honda Civic, ha perso il controllo a causa di un possibile colpo di sonno o di un malore e ha violentemente tamponato la vettura del docente universitario, scaraventandola contro il guard rail al lato opposto della carreggiata.

In quel momento la visibilità era buona, così come erano buone le condizioni del manto stradale.

Sul posto è arrivata in pochi minuti un’ambulanza del 118, allertata da altri automobilisti, e le condizioni di Paniccia sono apparse subito disperate. L’uomo è stato soccorso e trasferito al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano, dove è stato ricoverato con prognosi riservata. Dopo circa un’ora i medici ne hanno dichiarato la morte. L’uomo alla guida della Honda è rimasto ferito in modo non grave.

Il traffico lungo l’autostrada, in direzione di Roma, ha subìto dei rallentamenti e un’interruzione di diversi minuti per consentire la rimozione dei veicoli incidentati. Sul posto anche il personale della società Strada dei Parchi.

La Procura di Avezzano ha aperto un’inchiesta per fare piena luce su quanto accaduto.

Paniccia si divideva tra il suo paese di origine, Veroli, e l’Abruzzo, dove svolgeva l’attività di docente nella facoltà di Medicina e chirurgia della D’Annunzio, dove era membro eletto associato. Abitava in una casa di Francavilla. Il 67enne, medico molto stimato sia nel Frusinate che nel Pescarese, viene ricordato come una persona molto gioviale, ironica e dai modi gentili. Oltre all’attività di docente universitario svolgeva anche quella di urologo. Aveva uno studio a Veroli e nel suo settore era uno dei medici più prestigiosi nella provincia di Frosinone. Nonostante l’attività universitaria in Abruzzo, tornava spesso in paese, dove aveva molti amici e con i quali amava trascorrere il suo tempo. Per lui la famiglia era il punto di riferimento. Lascia la moglie e la figlia Annavittoria, che studia a Milano. Proprio questo amore per la sua terra gli è costato la vita. Sembra infatti che stesse tornando a casa nonostante la stanchezza. Non aveva però voluto rinunciare al viaggio e aveva deciso di fare una sosta, per poi riprendere il viaggio verso casa dai suoi cari. Un viaggio che non è riuscito a portare a termine.

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