Proroga a Bertolaso, dibattito aperto

Politici e società civile a confronto sul prolungamento della permanenza nel 2010.

L’AQUILA. Su una cosa sono tutti d’accordo: la Protezione civile ha fatto un lavoro importante e svolto bene il suo compito. Ma non tutti sono d’accordo sui tempi dell’uscita di scena di Bertolaso (fissati al 31 dicembre) e soprattutto su una proroga, fino ad aprile, dei suoi poteri come forma di garanzia in occasione della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio provinciale. «La Protezione civile ha fatto un lavoro importante e avremo ancora bisogno di loro, anche dopo il 31 dicembre, perché l’emergenza non è finita. Tuttavia, già ora gli enti locali devono riconquistare poteri e risorse per esercitarli». Così la presidente della Provincia Stefania Pezzopane secondo cui «le istituzioni dovranno garantire sempre, a prescindere dalla campagna elettorale, un lavoro costante e sinergico. Né vanno confuse le necessarie sollecitazioni - che spesso tocca fare per avere maggiori attenzioni sui problemi della gente - con schermaglie.

Ogni richiesta di intervento è una doverosa azione per la gente che rappresentiamo». Per il presidente provinciale dell’Ance, Filiberto Cicchetti, «è auspicabile che gli enti locali prendano in mano la situazione, perché sono loro i più adatti a gestire la ricostruzione. La Protezione civile ha svolto egregiamente il suo compito. Ma a fine anno sarà bene lasciare le cose in mano agli enti locali». Più dubbioso il presidente della Camera di commercio Giorgio Rainaldi. «Non possiamo stabilire oggi cosa sarà meglio fare fra tre mesi. Toccherà alla Protezione civile stabilire quando andar via. Sinceramente credo che avremo ancora bisogno di Bertolaso anche perché gli enti locali si trovano a dover affrontare una situazione così drammatica senza avere mezzi e personale per poterlo fare.

Un altro periodo di collaborazione sarebbe preferibile, ma non certo per paura delle lacerazioni che potrebbero accompagnare la campagna elettorale». «Il 31 dicembre non è un termine perentorio» spiega il presidente della Regione Gianni Chiodi. «I provvedimenti di emergenza intrapresi finiranno quando tutti avranno una sistemazione abitativa stabile. In quanto agli enti locali, il loro compito è di lavorare in sinergia. Di fronte a una tragedia come quella che ci ha colpito non possono esserci divisioni in vista di appuntamenti elettorali. E neppure strumentalizzazioni. Alle Europee nessuno qui, a cominciare da me e dal sindaco Cialente, ha turbato il clima di collaborazione costruito per fronteggiare l’emergenza. La cosa importante era, ed è, la coesione sociale. I cittadini non vogliono vedere diatribe quando c’è da affrontare problemi di questa natura».

Per il sindaco Massimo Cialente «non può essere quella dei possibili litigi tra gli enti locali la ragione per tenere la Protezione civile ancora all’Aquila. Questo è un Paese che, per colpa delle sue burocrazie allucinanti, individua in ogni situazione la necessità di commissariamenti. Con ciò non voglio dire che non ci fosse bisogno di un commissario. E’ un problema politico che il Paese dovrà affrontare. In quanto ai litigi, questi sono un’invenzione. Il problema vero è verificare se gli enti locali sono in condizioni di affrontare emergenze così drammatiche. Tutto stiamo facendo men che litigare. Per quel che riguarda i tempi della missione di Bertolaso, la proroga non è un problema, ma questa non può essere motivata da problemi elettorali». Fortemente polemico con il Comune dell’Aquila, Eugenio Carlomagno, direttore dell’Accademia di belle arti. «L’apparato gestionale della Protezione civile è ancora necessario. Possono aver fatto anche degli errori, ma il Comune è incapace di gestire questa situazione».