ABRUZZO

Proroga al 2025 e riforma: così restano aperti i quattro tribunali 

Il senatore Rapani illustra il piano per Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, ora si attende l’atto ufficiale. La geografia dei palazzi giudiziari potrebbe essere modificata il prossimo anno

AVEZZANO. Un’altra proroga di un anno (fino a dicembre 2025) per tenere aperti i tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto in attesa che il governo Meloni dia vita all’annunciata riforma della geografia giudiziaria. Atto che dovrebbe definitivamente salvare le quattro strutture giudiziarie abruzzesi altrimenti destinate a essere accorpate con L’Aquila e Chieti. È quanto emerso ieri pomeriggio nel corso dell’incontro a Palazzo Cenci tra il senatore di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani (relatore della legge), e il Comitato per la salvezza dei quattro presìdi di giustizia abruzzesi coordinato dal sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio.

LA PROROGA
Sarà di un anno, con scadenza al 31 dicembre 2025, e sarà inserita nel decreto Milleproroghe che, con probabilità, verrà approvato tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. L’ha detto Rapani. Il tutto in attesa che il governo Meloni riscriva la geografia giudiziaria. L’esecutivo conta di accelerare i tempi e approvare la norma Nordio entro il 2024. Hanno partecipato all’incontro anche l’assessore di Sulmona, Paola Fiorino, il sindaco di Lanciano Filippo Paolini, il vicesindaco di Vasto Licia Fioravanti, il presidente della Provincia dell’Aquila Angelo Caruso, i rappresentanti degli ordini forensi Roberto Di Pietro (Avezzano), Luca Tirabassi (Sulmona), Antonio Codagnone (Lanciano), Maria Sichetti (Vasto) e la segretaria del comitato Dora Paris. Presenti anche i senatori di Fratelli d’Italia Guido Liris, Etelwardo Sigismondi e Guerino Testa.

LE REAZIONI
«Volevamo proporre due anni di proroga», spiega il sindaco Di Pangrazio, «ma siamo stati rassicurati dal senatore Rapani che ci ha riferito che è nelle intenzioni di questo governo accelerare con la procedura della riforma e approvare la nuova legge sulla geografia giudiziaria entro il 2024. Abbiamo anche chiesto di inserire la proroga direttamente nel testo del Decreto Milleproroghe e non come emendamento, come accaduto finora, per evitare che possa ripetersi quanto successo negli anni passati. Non sarà una proroga come quelle precedenti», tiene a precisare il coordinatore del Comitato, «nella motivazione di questo rinvio c’è una chiara finalità: ovvero quella di procedere alla riforma della geografia giudiziaria in atto. Il governo si è impegnato a giustificare la proroga con questa motivazione. Un aspetto», sottolinea Di Pangrazio, «che sicuramente infonde maggiore tranquillità sulla sorte dei tribunali e di riflesso anche a tutte quelle unità di personale amministrativo che vogliono tornare a lavorare nei tribunali a rischio chiusura. Per la prima volta si parla non di sopravvivenza, ma di soluzione al problema. E questo è stato gradito da tutti i partecipanti. Si percepisce, insomma, la volontà politica di trovare una soluzione definitiva a questa annosa questione per la quale ci battiamo. A tal proposito è bene sottolineare che lo sforzo dell’Abruzzo, preso da esempio e seguito anche da altre regioni, è stato uno degli acceleratori di questa vicenda», conclude Di Pangrazio, «nel sottolineare come nella sua provincia alcuni reati siano aumentati dopo la soppressione del tribunale territoriale, il senatore Rapani ci ha comunicato che la riforma della geografia giudiziaria è in cima all’agenda di governo».

IL NODO PERSONALE
Quanto al nodo carenza personale, si sta cercando una soluzione. «Abbiamo sollecitato ancora una volta l’arrivo di personale amministrativo», dice il presidente dell’Ordine forense di Avezzano, l’avvocato Roberto Di Pietro, «ma al momento ci hanno fatto capire che la riapertura delle piante organiche non è tra le priorità del ministero della Giustizia». 

NUOVI GIUDICI
Quanto ai giudici, è già arrivata in tribunale ad Avezzano Francesca D’Orazio. I primi di gennaio arriverà anche Anna Cuomo, insieme a due magistrati per la Procura, Chiara Lunetti e Marianna Proietti.