Provincia, politici e clientele nel mirino

Nuovi particolari dall’indagine che coinvolge anche il presidente Del Corvo. Svelati intrecci societari e favoritismi

L’AQUILA. Del Corvo non può dire di non conoscere Specchio. Né di non essere mai intervenuto nelle scelte dei suoi dirigenti. Anzi, dei superdirigenti come l’ingegnere pugliese di 59 anni residente all’Aquila finito in carcere per tre mesi con l’accusa di corruzione per la storiaccia degli appalti delle scuole di Avezzano. Scuole che, come nel caso del liceo Pollione, non presentavano pericoli di crolli oppure di altri cataclismi imminenti, stando a quanto hanno riferito alcuni esperti della materia, ma soltanto problemi ai solai che si sarebbero potuti superare con lavori di minore entità. E invece quella scuola fu abbattuta, gli studenti sparpagliati in più sedi con costosi affitti (mentre, per i pm, c’erano soluzioni alternative gratis). E i lavori di ricostruzione non sono ancora terminati. C’è tutto questo, e molto altro, nelle carte dell’inchiesta sugli appalti truccati arrivata a un primo step con la prima infornata di 27 indagati, Antonio Del Corvo in testa. Ecco la storia del «grande imbroglio». Che riserverà altre puntate.

IO SO CHE TU SAI CHE IO SO. Il presidente dell’amministrazione provinciale di centrodestra, che da quando è scoppiata la bufera all’interno dell’ente ha preso le distanze dall’ingegnere messo a capo della macchina amministrativa, ai pm che lo interrogavano ha sempre detto di aver avuto un ruolo super partes. Di non aver mai esercitato pressioni nei confronti di nessuno. Ma le carte dell’inchiesta che, data la particolare delicatezza e complessità del caso, è stata affidata a ben tre pubblici ministeri, i quali, a loro volta, hanno delegato tre diversi settori di polizia giudiziaria (carabinieri, poliziotti e finanzieri), svelano ben altro.

IL MILIONE. Le pressioni ci furono eccome. Specie quando si decise di redigere una perizia di variante da un milione di euro per il Pollione. Una procedura che avrebbe fatto incassare subito subito i soldi alla ditta «Ingegnere Raffaello Pellegrini srl» già al lavoro nel cantiere per la messa in sicurezza del liceo marsicano. Una procedura che per l’accusa appare, ictu oculi, una vera e propria anomalia, tesa soltanto a far intascare più soldi alla ditta. E in questo caso, agli atti dell’indagine (una copiosa mole di intercettazioni telefoniche e ambientali, riscontri testimoniali e documenti sequestrati) ci sono tutte le manovre messe in atto dai principali protagonisti finiti sotto inchiesta, per portare a termine i loro piani. Che potevano godere di appoggi politici a ogni livello, non solo locale.

PARENTOPOLI. Un’altra parte degli accertamenti riguarda i legami tra politici, imprenditori e amministratori con alcune figure-chiave che nella prima fase dell’indagine non erano venute fuori. Ad esempio, il presidente dell’amministrazione provinciale Antonio Del Corvo è legato a Specchio anche attraverso il filo rosso di una società che si chiama Sun Planning srl, attualmente risultata liquidata e quindi da considerarsi non più operativa. Specchio – già capo dell’ufficio tecnico del Comune di Celano, di cui Del Corvo è stato vicesindaco – è legato all’esponente del Pdl dal fatto che il figlio ha fatto parte della società con sede ad Avezzano che si sarebbe dovuta occupare di impianti per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili. Società di cui Del Corvo fu socio. Su questi intrecci le indagini vanno avanti, anche per scoprire i reati di natura fiscale derivanti da una così intricata rete di società e di rapporti.

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