Pugno mortale, poi la rapina Catturati i due aggressori 

Le telecamere riprendono le botte alla vittima lasciata a terra: scatta il fermo

L’AQUILA. Teodoro va incontro al suo destino incamminandosi da piazza Bariscianello verso Porta Bazzano. Tallonato a pochi metri dai suoi carnefici. Scortato solo dal suo cagnolino. Lui davanti. Loro poco dietro. Nasce una discussione. Parole incomprensibili. Schiamazzi come tanti nelle vie del centro. Poi la fine. Uno dei due dietro prende un sasso, ma non lo userà. Arriva prima l’altro. Un calcio al fianco sinistro. Un pugno al volto. Teodoro barcolla. Poi piomba a terra. Non respira più. Gli svuotano le tasche. Uno a destra e uno a sinistra. E via, nel buio della notte. E dei cantieri incompiuti. Sicuri ormai di avercela fatta. Ma li trovano. E li arresteranno, 12 ore dopo. Sono un cubano e un romeno (sorvegliato speciale fino al 2025), ma ormai da anni residenti in città. Le immagini li accusano. Quel corpo senza vita resta a terra. Le sirene del 118 fanno uscire dalla loro casa di via Fortebraccio le suore Micarelli, che si raccolgono in preghiera. Il cagnolino vaga senza padrone. La polizia all’alba esulta: «Sono loro: li abbiamo presi».
gli arrestati
I sospettati sono Carlos Omar Morales, cubano di 24 anni residente a Cese di Preturo, e il romeno Alexandru Dumitru Balan (37). Per la polizia potrebbero scappare. Scatta, allora, il fermo di indiziato di delitto. Che andrà convalidato dal giudice. Li trovano nascosti dalle parti del Progetto Case di Cese di Preturo. Gli investigatori vanno a colpo sicuro perché li conoscono. In queste ore si sta cercando di ricostruire il legame tra i due sospettati e tra questi e la vittima. Così come gli affari (droga o altro) che siano intercorsi tra i tre. Vengono sequestrati i loro vestiti. E i due vanno in camera di sicurezza della questura. L’imputazione provvisoria è quella di omicidio preterintenzionale e rapina pluriaggravata. Ma il quadro sarà più chiaro quando arriveranno gli esiti dell’autopsia.
La vittima
Teodoro Ullasci, 52 anni, nato a Torino, ma originario della provincia di Cagliari, vive ai Map di Sant’Angelo di Tempera. Frequenta il bar della piazza delle Oche (Piedi La Terra). Nella frazione aquilana lo chiamano “Ju Sardo”. Lui sui social aggiunge “Muschittu”. Mai una discussione con nessuno, secondo chi lo conosce. Dagli svariati profili Facebook a suo nome si evince il suo precedente lavoro come macellaio. E il dolore per la perdita dell’amata Veronica. Ci sono poi le foto con la madre.
basta un’ora
«Solo un’ora per dare un nome ai loro volti e solo altre 12 per assicurarli alla giustizia», esultano gli investigatori. Un caso risolto in tempo record dalla polizia «grazie alle indagini e alla profonda conoscenza del territorio degli uomini della squadra Mobile diretta dal vicequestore Roberta Cicchetti che, ha dato subito un nome ai due presunti autori consentendogli insieme alle Volanti dirette dal commissario Giovanni Salvatori di rintracciarli nella prima mattinata di ieri», fanno sapere dalla questura. «I due sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto su iniziativa della polizia giudiziaria dalla Mobile. I loro volti e i loro nomi sono noti in questura per reati contro il patrimonio inerenti agli stupefacenti».
l’omicidio a porta bazzano
Secondo la prima ricostruzione i due sospettati, intorno alle 17 di venerdì, in piazza Bariscianello, incontrano la vittima. I tre imboccano via Fortebraccio. Dopo qualche metro ecco nascere la discussione sfociata nell’aggressione fatale. Mentre uno degli autori raccoglie un sasso – poi non utilizzato – l’altro colpisce la vittima prima con un violento calcio al fianco sinistro e poi con un violentissimo pugno al volto che ne provoca la caduta lasciandolo immediatamente esanime. Poi gli svuotano le tasche. Quindi la fuga nel buio della notte, la corsa trafelata fino al Progetto Case di Cese di Preturo sperando di non essere individuati. Esauriti gli accertamenti sul posto, gli investigatori tirano fuori i due fotogrammi che bastano per far scattare il fermo. Una morte ripresa dai sistemi di videosorveglianza attivi lungo la strada, dove insistono attività commerciali e abitazioni. Ma all’aiuto tecnico, dirà il questore De Simone, si aggiunge l’esperienza dei poliziotti che li conoscono. E vanno a stanarli.
©RIPRODUZIONE RISERVATA