Ranalli: non capisco l’atteggiamento mostrato dal governo

Il sindaco interviene dopo la nuova convocazione della conferenza dei servizi sulla centrale Snam

SULMONA. Il rinvio a sorpresa di appena una settimana della conferenza dei servizi sulla centrale Snam riaccende in città le polemiche del fronte del no. I Comitati cittadini per l’ambiente hanno annunciato lo slittamento all’8 ottobre del fatidico appuntamento previsto inizialmente per martedì. In quella occasione a Roma, nella sede del ministero dello Sviluppo economico, potrebbe arrivare il via libera definitivo all’impianto di Case Pente, snodo per il metanodotto Sulmona-Foligno. Una corsa presa dall’iter autorizzativo che non piace al sindaco di Sulmona Peppino Ranalli.

«Dopo la mega assemblea degli Stati generali del no al gasdotto», interviene, «non ci aspettavamo certo questa risposta. Anzi, vista la richiesta ufficiale di revoca dell’appuntamento inviata dalla Regione, non capisco proprio l’atteggiamento del Governo». Sul progetto Snam, infatti, pendono due interrogazioni contrarie dei parlamentari Gianni Melilla (Sel) e Stefania Pezzopane (Pd), oltre ad un ricorso alla Commissione europea e un’interrogazione di un deputato spagnolo al parlamento europeo. «Il Governo non può ignorare tutta questa attività parlamentare», continua il sindaco, «che sottende ad una volontà popolare contraria di tutti i Comuni, le Province e le Regioni attraversate dal progetto». Una settimana prima della conferenza dei servizi, il vice ministro dello Sviluppo, Claudio De Vincenti, ha convocato il gruppo tecnico per la ricerca di alternative al tracciato Snam. La soluzione Cupello, lanciata dal vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, scatenando polemiche e diatribe di campanile, resta quella su cui confrontarsi dal 1° ottobre. «È chiaro che non avremo il tempo necessario per le alternative», continua Ranalli, «e dunque toccherà alla Regione far valere il no nell’intesa con lo Stato e nella conferenza dei servizi, che però, dovrà essere revocata o slittare di alcuni mesi». Il progetto prevede una centrale del gas da 75 bar con relativo gasdotto, fra Case Pente e Colle Savente, in un'area di 12 ettari a pochi passi dal cimitero sulmonese. Tre i turbocompressori previsti, da 11 megawatt l'uno e da 25 metri per 12, alti 10; oltre a tre caldaie e un camino di 14 metri. L'iter della Snam risale al 2004, quando dopo l'ottenimento di un primo requisito di pubblica utilità (poi scaduto), il procedimento è andato avanti a grandi passi. Fino all'avvio della fase istruttoria del 5 agosto 2010 e del decreto ministeriale del 7 marzo 2011, con cui i ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali hanno detto sì a centrale e metanodotto. A cui è seguito il decreto di pubblica utilità del ministero dello Sviluppo economico del 29 giugno 2011. La prima battuta d’arresto è arrivata con la risoluzione contraria del 26 ottobre dello stesso anno da parte della commissione Ambiente della Camera, cui si sono aggiunte le due successive della Regione. Infine il no della conferenza regionale dei servizi del 15 febbraio del 2013, quello dell’Arta del giorno prima e quello della mancata Autorizzazione integrata ambientale (Aia) della settimana successiva. A luglio il no della giunta D’Alfonso.

Federica Pantano

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