Regala un Rolex sequestrato: finanziere indagato

Avezzano, il maresciallo è accusato di peculato aggravato per il dono fatto a una donna: secondo l'accusa, l'orologio è stato prelevato tra i beni finiti sotto sequestro durante un'operazione antiusura

AVEZZANO. Un maresciallo della Finanza che era in servizio ad Avezzano è finito sotto inchiesta per avere regalato un Rolex a una donna con la quale aveva una relazione. L'orologio era stato sequestrato durante un'operazione antiusura. L'accusa è di peculato aggravato.

L'avviso di garanzia della Procura è stato consegnato nelle mani di Paolo Appodia, 44 anni, residente ad Arsoli in provincia di Roma. Attualmente è sospeso dal servizio. Alla compagnia della Guardia di Finanza di Avezzano, fino a qualche mese fa, aveva il compito di comandare il nucleo mobile.

Le indagini sono state svolte con il massimo scrupolo e la totale riservatezza dagli stessi componenti delle Fiamme gialle. Secondo le accuse, ancora tutte da dimostrare, il finanziere era in possesso di un orologio Rolex modello Gmt Master II - il valore commerciale è di alcune migliaia di euro - in quanto era stato incaricato dal comandante della compagnia di Avezzano di farlo sottoporre a perizia in una concessionaria Rolex (la "Gioielleria Ranieri" dell'Aquila). L'orologio era stato sequestrato nel marzo 2010 durante un'operazione antiusura portata a termine dalle Fiamme gialle.

Sempre stando a quanto accertato dagli inquirenti, dopo la perizia il maresciallo avrebbe dovuto depositare l'oggetto negli armadi blindati della caserma. Operazione che l'uomo, in base a quanto ricostruito, non ha mai eseguito. Eppure, e anche questo emerge dalle carte della Procura, l'indagato aveva assicurato al comandante delle Fiamme gialle di avere svolto regolarmente il proprio lavoro e quindi di avere messo il Rolex sotto custodia. «Indebitamente se ne appropriava» è l'accusa «dapprima indossandolo e poi cedendolo come regalo affettivo a una donna con la quale intratteneva un rapporto sentimentale».

Il maresciallo della Finanza avrebbe cercato di giustificarsi sostenendo di essere vittima di un equivoco. È però accusato di peculato, con l'aggravante di avere commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti alla sua qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria della Guardia di finanza e con abuso di relazioni d'ufficio. L'inchiesta è coordinata dal procuratore della Repubblica di Avezzano, Vincenzo Barbieri, mentre l'indagato è assistito dagli avvocati Antonio Milo e Vincenzo Retico. Entrambi i legali non hanno voluto rilasciare dichiarazioni sulla vicenda giudiziaria. Nei prossimi giorni il maresciallo della Finanza dovrebbe essere ascoltato negli uffici della Procura.

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