Regione, Del Turco si dimetteE scrive a Walter Veltroni

LA CONFESSIONE DI ANGELINI: "Così ho pagato Del Turco" 
Ottaviano Del Turco si è dimesso dalla carica di presidente della giunta regionale abruzzese in seguito all'arresto per tangenti che lo ha colpito lunedì scorso. Secondo quanto apprende "il Centro", il governatore - rinchiuso nel carcere di Sulmona - ha affidato al suo legale Giuliano Milia la lettera di dimissioni da consegnare al presidente del consiglio regionale abruzzese Marino Roselli. Leggi la lettera delle dimissioni - Leggi la lettera a Veltroni
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L'EDIZIONE STRAORDINARIA

Ottaviano Del Turco si è dimesso da presidente della giunta regionale abruzzese. La decisione è contenuta in una lettera autografa scritta nel carcere di Sulmona, inviata al presidente del consiglio regionale Marino Roselli tramite il legale di fiducia Giuliano Milia. Secondo quanto ha appreso "il Centro", le dimissioni - scrive Del Turco - "mi consentono di potermi difendere con tutte le mie buone ragioni senza trascinare l'istituto della Regione in una vertenza giudiziaria nella quale, se ci sono responsabilità esse sono personali e non collettive". Su un foglio bianco, senza intestazione, ha vergato 19 righe scritte a mano e la firma per esteso.

Con un'altra lettera, anch'essa autografa e più breve, indirizzata al segretario del Partito democratico Walter Veltroni, Del Turco si dimette dalla direzione nazionale del Pd e si autosospende al fine di evitare "ricadute spiacevoli sull'immagine del partito".

Con le dimissioni del "governatore" si apre la delicata e complessa macchina che porterà l'Abruzzo alle elezioni anticipate. Nei 38 anni di attività delle Regioni italiane a statuto ordinario, non c'è un precedente di scioglimenno e di elezioni anticipate.
 
L'INTERROGATORIO

Ottaviano Del Turco ha consegnato la lettera di dimissioni dopo l'interrogatorio di garanzia svolto all'interno del carcere di Sulmona dal gip Maria Michela Di Fine e dal procuratore capo Nicola Trifuoggi.

L'avvocato Giuliano Milia ha confermato che "il presidente Del Turco ha reso dichiarazioni a sua discolpa, per le quali è stata chiesta la revoca del provvedimento cautelare". Sullo stato di salute di Del Turco, il legale ha aggiunto: "Sta bene, come uno che è in carcere". Sulle possibili dimissioni dalla carica, presidente Milia ha sottolineato che "si tratta di un problema tecnico da valutare". Il legale ha chiesto la scarcerazione del suo assistito che, eseguito l'interrogatorio, non è più sottoposto al regime di isolamento.


    Sergio Romice, direttore del carcere, ha tenuto a sottolineare che non c'è stato nessun favoritismo nei confronti del governatore nemmeno quando è entrato in carcere e nemmeno nei colloqui che ha avuto con i vari parlamentari giunti a Sulmona. "Quando i detenuti sono accompagnati dalle forze dell'ordine - ha spiegato - possono entrare direttamente nel carcere, solo chi l'accompagna deve farsi riconoscere una volta all'interno e depositare le armi prima di entrare nel carcere.


Per quanto riguarda i parlamentari lo prevede la legge che possano ispezionare in qualsiasi momento la struttura carceraria per verificare le condizioni dei detenuti, a maggior ragione la zona di isolamento". Romice ha anche sottolineato la grande correttezza dimostrata da Del Turco in questi tre giorni di detenzione "non ha fatto richieste particolari", anzi è stato tranquillo rispettando quella che è la legge del carcere.


GLI ALTRI IMPUTATI

Nel carcere di Chieti interrogato anche Camillo Cesarone, capogruppo regionale del Pd; si è avvalso della facoltà di non rispondere. Interrogatorio infine nel carcere di Lanciano per l'assessore Antonio Boschetti: revoca della custodia cautelare in carcere o concessione degli arresti domiciliari, sono le richieste che l'avvocato Giovanni Cerella,  legale di Boschetti, avanzerà al gip Michela Di Fine.


Cerella ha fatto sapere che negherà al giudice l'associazione a delinquere contestata a Boschetti in quanto if atti attribuitigli si riferiscono ad un periodo in cui non ricopriva la carica di consigliere regionale, ma era un semplice consulente incaricato dall'ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga (anch'egli agli arresti), per studiare una transazione relativa ai debiti della Asl nei confronti delle cliniche di Vincenzo Angelini. Per il difensore, il lavoro di Boschetti avrebbe prodotto per la Asl un risparmio di tre milioni di euro portando i crediti di Angelini da 14 a 11 milioni di euro.