Resa dei conti in casa Pd 

Il voto disgiunto sottrae consensi personali a Di Benedetto rispetto alle liste

L’AQUILA. Americo Di Benedetto meno forte delle liste che lo sostengono. Questo dice l’analisi del voto, da cui spicca un dato su tutti: sono state proprio la lista del candidato sindaco di centrosinistra “Il Passo Possibile” (+150) e il Pd (+146) a evidenziare un forte voto disgiunto. Ma da dove deriva il divario tra Di Benedetto e le liste di riferimento? Secondo il candidato sindaco del Pd, si tratta di un andamento fisiologico che si registra quando le liste sono molto forti, come nel caso in questione. Sta di fatto che molti voti si sono spostati sulle coalizioni civiche e di centrodestra.
PIETRUCCIANI VINCENTI. «Il pietruccianesimo continua a dare i suoi frutti», ironizza il consigliere regionale, che fornisce una lettura precisa del voto. Sono andati benissimo i “pietrucciani” di ferro: da Stefano Albano a Stefano Palumbo, da Emanuela Di Giovambattista a Paolo Romano. «Dalle urne è emerso un dato inconfutabile», dice, «un chiaro segno di discontinuità rispetto al passato, ma anche un largo consenso costruito intorno alla mia figura e alle persone che mi sostengono e che hanno lavorato per me. L’elettorato ha premiato la squadra: continuerò a sostenere, come fatto finora, Americo Di Benedetto e a lavorare per il centrosinistra in modo forte».
VOTO DISGIUNTO. « Che Chicco abbia preso meno voti rispetto alle liste di centrosinistra non è un dato preoccupante», evidenzia Pietrucci. «Siamo di fronte a una vittoria delle giovani generazioni, che hanno ottenuto un risultato straordinario».
ALLEANZA DI FERRO. E per fugare ogni dubbio sullo scricchiolio dell’alleanza con Di Benedetto, il consigliere regionale del Pd aggiunge: «La mia umiltà è andata oltre. Dopo le primarie a Preturo, dove ho ottenuto un risultato straordinario, in termini di consensi, ho messo a disposizione quei voti per il ticket Emanuela Iorio e Antonio Nardantonio». Una cosa è certa. «Il centrosinistra si è completamente rinnovato», sottolinea Pietrucci, «per dare spazio e rappresentatività ai giovani. Sono stato al fianco di Americo in tante iniziative, l’ho fatto votare da tanti e credo che questo abbia pagato. Sfido pubblicamente chi dice il contrario».
I MAL DI PANCIA. All’interno del centrosinistra i malumori non mancano. Sono rimasti fuori nomi di peso, che non entreranno in consiglio: l’ex assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, in polemica con il sindaco Cialente, accusato di non averlo sostenuto a sufficienza. E ancora, il presidente del comitato Perdonanza Alfredo Moroni, Fabio Pelini e Pierluigi Mancini. «Non ce l’hanno fatta gli uomini più vicini a Cialente», dice Pietrucci. «Probabilmente è mancato il sostegno diretto del sindaco uscente, anche se va detto che Cialente, in questi anni, ha dato grande visibilità a tutti. L’elettorato ha scelto un cambiamento di rotta che dà premialità ai tanti giovani che ci hanno messo la faccia, che si sono candidati con entusiasmo e voglia di fare. E per questo li ringrazio pubblicamente. Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto, che evidenzia come il pietruccianesimo stia funzionando. Adesso bisogna lavorare insieme per la città: ho consigliato a Di Benedetto di chiamare a raccolta tutti i candidati del centrosinistra in una grande assemblea, prima del ballottaggio, per tirare le fila e compattare il fronte. La nostra forza è nella squadra».
CIALENTIANI FUORI. L’esclusione di alcuni nomi storici del centrosinistra aquilano dalla rosa dei consiglieri ha lasciato l’amaro in bocca a molti: in primis l’assessore Di Stefano, che non ha digerito la débacle, chiamando in causa il sindaco, che non gli avrebbe dato il necessario sostegno. Una polemica che Cialente ha preferito lasciar cadere, senza rispondere alle accuse.
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