Restituzione delle tasse pronto il ricorso anti-Ue

L’Unione europea chiede il rimborso totale di quanto non pagato dopo il sisma La parola passa ai giudici amministrativi. Lolli: subiamo una pesante angheria

L'AQUILA. Pronto il ricorso al Tar contro il provvedimento sanzionatorio dell’Ue che prevede, per 120 imprese, la restituzione totale delle tasse sospese dopo il sisma del 2009. Un pool di esperti della Camera di commercio dell’Aquila e dell’Ordine provinciale dei Commercialisti ha lavorato alacremente alla stesura del documento che punta a bloccare le decisioni dell’Europa. A giorni è attesa la nomina del commissario per la verifica delle quote che ciascuna azienda dovrà rendere, in quanto, secondo l’interpretazione dell’Ue, superiori al tetto massimo di risarcimento. «L’obiettivo», spiega il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, «è ridurre al minimo i danni. Stabilito che il de minimis ammonta a 200mila euro e non ai 500mila euro che avevamo richiesto, dobbiamo fare in modo che le imprese coinvolte paghino il meno possibile». Il ricorso al Tar, per motivi squisitamente tecnici, potrebbe riguardare solo la restituzione delle tasse, ma non la quota contributiva. «L’altra leva su cui lavorare», sostiene Lolli, «è la possibilità che ogni azienda si avvalga di un tecnico di fiducia, non dipendente della stessa, per effettuare una perizia giurata che attesti tutti i danni non diretti legati al sisma, compreso il fermo produttivo, totale o parziale». Più alto sarà il calcolo totale dei danni subìti, meno le imprese dovranno sborsare. «Continuiamo a sostenere che stiamo subendo una pesante angheria», sottolinea Lolli. «Torneremo a sollecitare politicamente il governo, per accompagnare il percorso avviato sul piano giuridico e legale». Una partita enorme. Delle 120 aziende coinvolte, una trentina rischiano di dover restituire più di 500mila euro. Tutto ha avuto inizio a ottobre 2012, quando l’Ue ha formalmente aperto una procedura di infrazione nei confronti del governo, equiparando le agevolazioni fiscali post-sisma ad aiuti di Stato e paventando una concorrenza sleale sui mercati, a vantaggio delle imprese aquilane. Durissima la contestazione del territorio, con una levata di scudi di tutte le associazioni di categoria, guidate dalla Regione. Il ricorso al Tar rappresenta l’ultimo baluardo legale, per evitare la restituzione al cento per cento delle tasse. «Abbiamo tentato l’elevazione della soglia del de minimis, ovvero la franchigia stabilita come compensazione dei danni procurati dal terremoto, per portarla da 200 a 500mila euro», ha spiegato il presidente della Camera di commercio Lorenzo Santilli, «richiesta rigettata dall’Ue».

©RIPRODUZIONE RISERVATA