Riaffiora un antico tempio dagli scavi di Amiternum / Foto

L’ipotesi degli studiosi: sono i resti di una cattedrale paleocristiana che potrebbe risalire a duemila anni fa

L’AQUILA. Ogni angolo di terra ricopre secoli di storia nell’antica città di Amiternum, dove sono riprese le ricerche sia nella zona dell’anfiteatro che in quella del teatro.

Le prime, condotte dall’Università dell’Aquila, vogliono portare alla luce i resti di una cattedrale paleocristiana, con annesso forse un monastero; intanto continua lo scavo della scalinata monumentale di accesso al teatro, di cui la prima parte è stata scoperta nel 2007. «Siamo alla ricerca della primitiva cattedrale paleocristiana di Amiternum», spiega il docente Fabio Redi. «Sappiamo dell’esistenza di vescovi della città dal IV-V secolo. I primi documenti parlano di una chiesa dedicata a Santa Maria. Nei pressi dell’anfiteatro c’è un boschetto chiamato campo Santa Maria. È proprio lì che stiamo concentrando le nostre indagini».

L’Ateneo ha richiesto per lo scavo una concessione al ministero e pagato un indennizzo ai proprietari del terreno interessato. «Purtroppo in epoca recente nella zona è stata impiantata una vigna che ha in gran parte danneggiato le stratigrafie», continua Redi. «Nonostante questo, abbiamo trovato un muro di mattoni che doveva appartenere a un edificio di età imperiale con restauri successivi: probabilmente faceva parte di una domus realizzata nel II secolo d.C. e ristrutturata tra V e il VI secolo». Parallelamente al primo muro gli archeologi ne hanno trovato anche uno più recente (tardo antico, alto-medievale). Questo sostiene una struttura semicircolare di pietra, il cui alzato è stato portato via dalle arature e può far pensare a una piccola abside romanica o preromanica dell’XI-XII secolo. Sotto uno strato consistente di terra, inoltre, abbiamo rinvenuto molta ceramica di XII-XIII secolo, acroma: brocche, anforette, stoviglie. Nella zona potevano insistere un episcopio, o un monastero, oppure semplicemente delle case private».

«Negli ultimi giorni è stata scoperta anche una fornace per la fusione, con scorie di bronzo» spiega Redi. «Poteva forse servire alla realizzazione di campane nel XII secolo»

Da una decina di giorni sono iniziati i lavori per portare alla luce i resti una scalinata monumentale di ingresso al teatro, scoperta nel 2007. Intanto, sono cominciati anche i lavori di restauro e conservazione della muratura antica. Il progetto della Soprintendenza è finanziato dalla direzione regionale.

Responsabile del procedimento è Dino Di Vincenzo; progettisti Rosanna Tuteri, Ada Cardellicchio e Luciano Monaco; addetti allo scavo Claudia Micari, Alessandro Mucciante e Dora Cirone.

«Lo scavo», spiega la Tuteri, «interessa la zona antistante il teatro, verso la città, dove tra il 2007 e il 2008 è stata trovata una gradinata monumentale». Gli archeologi stanno portando alla luce un'altra parte di questa scalinata di cui non si conosceva l’esistenza. «Pensavamo di aver trovato l’accesso al teatro», continua la Tuteri. «Solo dopo ci siamo resi conto che la scalinata era articolata e più complessa di quanto finora portato alla luce ».

Lo scavo andrà avanti fino al prossimo autunno. «Il restauro di tutto il teatro lo renderà fruibile per gli spettacoli. Dalle ricerche non sono emerse solo testimonianze della città romana, ma anche di tempi più recenti: viottoli e passaggi verso il teatro per recuperare materiale edile per il reimpiego». Amiternum fu abbandonata ma usata come cava per molti anni, come sta emergendo.

Michela Corridore

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