Il voto a L'Aquila

Richetti: con Americo per vincere 

Il portavoce nazionale del Pd: «All’Aquila coalizione compatta, straordinario laboratorio politico»

L'AQUILA. Matteo Richetti, deputato delPartito democratico, è il nuovo portavoce del Partito ed è componente degli organi parlamentari: I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni) e Comitato permanente per i pareri. Con Matteo Renzi ha condiviso, sin dall’inizio, la battaglia per il rinnovamento nel Partito democratico e della politica ed è stato uno dei componenti della corrente dei rottamatori. Nel suo percorso, come viene riportato dal suo sito ufficiale, sostiene che cercherà sempre di seguire quanto diceva Paolo VI: “La politica ha bisogno di testimonianza e non di maestri”. Ha scritto un libro, “Harambee! Per fare politica ci vuole passione”. Oggi parla delle elezioni all’Aquila e ad Avezzano.

Domenica si vota per il ballottaggio, il candidato del centrosinistra è Americo Di Benedetto. che chiede continuità agli aquilani dopo l'era Cialente. È quella già intrapresa la strada giusta per ricostruire L'Aquila?
«L'Aquila sarà bellissima. Completata la ricostruzione sarà una città modello di sicurezza, di modernità tecnologica grazie al 5G fortemente voluto dal nostro Governo e con una potentissima rete di sottoservizi, con nuove realtà culturali e di alta formazione come il Gssi. Qui il centrosinistra ha salvato la città. Tutti la davano per morta, ed invece è viva, spera e costruisce il futuro. Americo parte da qui e saprà imprimere una ulteriore energia, rafforzando una squadra di persone che in questi anni non ha perso colpi ma è sempre stata sul pezzo mettendoci la faccia. Qui c'è una squadra che ha funzionato, Massimo Cialente, Stefania Pezzopane, Giovanni Lolli e ora Americo Di Benedetto e poi tanti altri».
Berlusconi rivendica una gestione dell'emergenza post-sisma addirittura da emulare, mentre critica il lavoro del governo di centrosinistra in occasione del recente terremoto del centro Italia. Cosa si sente di rispondere?
«Non abbiamo nessuna nostalgia di Berlusconi, né delle rassicurazioni della Commissione grandi rischi dell'era Bertolaso, né delle casette usa e getta costate quasi un miliardo e che ora cadono a pezzi, nessuna nostalgia di quando i terremotati aquilani venivano a Roma a chiedere diritti alla ricostruzione e non trovavano accoglienza ma ostilità dal governo. Il 2009 ha luci ed ombre. Nel nuovo terremoto abbiamo fatto norme di portata eccezionale, nel nuovo cratere si ricostruisce tutto al 100%, sono previste le zone franche, gli incentivi per la ripresa economica e per le attività agricole. Tutte cose che nel 2009 non furono previste. Il governo Renzi, grazie al formidabile lavoro fatto soprattutto in Senato, con gli emendamenti Pezzopane, ha risolto moltissimi problemi lasciati aperti proprio da Berlusconi, Bertolaso e Chiodi. Come hanno potuto lasciare L'Aquila senza misure economiche per la ripresa delle attività produttive? Una scelta criminale. Solo con questo governo e con la scelta di assegnare il 4% delle risorse al rilancio delle attività produttive ed economiche sta ripartendo un progetto di sviluppo».
Ad Avezzano si presenta un sindaco, Gianni Di Pangrazio, che si autodefinisce tecnico, ma gode dell'appoggio del Pd. Può essere quella civica una strada da perseguire a livello amministrativo?
«Ad Avezzano, a sostenere il sindaco civico ci sono il Pd e la gran parte delle forze del centrosinistra, oltre a liste civiche. Il sindaco Di Pangrazio ad Avezzano ha dato prova di buon governo per 5 anni e con lui il Pd si è rafforzato».
All'Aquila Di Benedetto è sostenuto da Pd e Articolo 1 e da tante liste civiche. È il nuovo Ulivo la ricetta giusta anche a livello nazionale?
«L'Aquila è uno straordinario laboratorio politico, la risposta all'emergenza sociale, alla tragedia del terremoto è stata da subito fornita. Coesione politica, riconoscimento della leadership, progetto di rinascita e ricostruzione. Qui il Pd ha guidato per 10 anni una coalizione ricca di persone e personalità reggendo momenti drammatici. Il centrodestra ha solo opposto dei no, senza una visione. Questo centrosinistra si è rafforzato in questi anni. Cinque anni fa Massimo Cialente al primo turno prese il 40%, e fu uno straordinario risultato viste le condizioni in cui viveva la città nel 2012, Americo Di Benedetto ha conquistato più del 47% sfiorando la vittoria al primo turno. Un risultato di portata nazionale. Il Partito democratico nazionale guarda all'Aquila con grande interesse, qui c'è uno straordinario laboratorio di energie e di persone coraggiose e autorevoli».
Perché gli elettori dovrebbero votare il centrosinistra?
«Perché L'Aquila merita di fare un salto di qualità, e questo lo si può fare con una classe dirigente rinnovata ed audace che ha saputo guidare la città negli anni più difficili della sua storia, con il centrosinistra e con Americo Di Benedetto si apre una fase importante di lavoro con un pieno raccordo con la Regione Abruzzo ed il governo nazionale. Si è fatto veramente tanto, ma sapremo fare di più e soprattutto trasformare la ricostruzione materiale, sociale e culturale della città in creazione di lavoro per i giovani che in questa campagna elettorale hanno dato al centrosinistra una grande, straordinaria spinta».
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