Ricostruzione e ritardi, la rabbia in piazzaGli aquilani bussano ai palazzi romani

In migliaia nella capitale per la ricostruzione della città. Alla vigilia della manifestazione sono giunti, col solito contagocce, un po' di soldi per la zona franca. Gli aquilani chiedono la sospensione delle tasse e una legge speciale

L'AQUILA. Migliaia di aquilani oggi a Roma per chiedere a Governo e Parlamento che la loro città venga ricostruita. Sembra incredibile che ci si debba mobilitare per questo dopo un terremoto che si è portato via 308 vite e ha devastato uno dei centri storici più belli d'Italia.

Oggi il grido di protesta arriverà sotto i palazzi del potere. A 24 ore dalla manifestazionem dalla capitale sono giunti, col solito contagocce, un po' più di soldi per la zona franca (concessa, poi tolta, ora riconcessa). Sul fronte tasse però si conferma che la proroga della sospensione sarà per pochissimi e per adesso nemmeno ben identificati. Se si continua col contagocce la bottiglia rischia di restare com'é: mezza vuota.

La manifestazione servirà soprattutto a dire basta allo stillicidio di promesse, ordinanze che si contraddicono fra di loro, emendamenti annunciati, votati, ritirati, ripresentati.

Il provvedimento sulla zona franca ha almeno offerto una novità: che è stato sostenuto da tutti i parlamentari abruzzesi. E questo è un buon segnale se non resterà isolato. Ora serve, ed è questa una delle richieste centrali della "piattaforma", una legge per la ricostruzione dell'Aquila, finanziata, se serve, da una tassa di scopo. Il resto sarebbero dei "contentini" da sollecitare, pietire, sempre con il cappello in mano. E magari alla fine dover dire anche grazie.

Dall'Aquila stamani è prevista la partenza di una quarantina di pullman. Ci saranno poi molti che si muoveranno con le auto private e si spera che tanti aquilani residenti a Roma trovino il modo per sostenere i concittadini. Cinquemila persone, sotto le sedi della Camera e del Senato, sarebbero già un bel risultato; se saranno di più meglio ancora.

Le adesioni sono tantissime: ci sono la Regione (che invierà una delegazione di consiglieri), la Provincia, il Comune dell'Aquila e quasi tutti i Comuni del Cratere, decine e decine di associazioni e naturalmente i Comitati cittadini ai quali va riconosciuto il merito di aver capito che a volte per ottenere - anche le cose scontate - bisogna alzare la voce.

Per il consigliere del Pdl Guido Quintino Liris che ha comunicato l'adesione della Provincia: «Il momento difficile che sta vivendo la nostra città ci impone di rimanere compatti nel sostenere le nostre richieste e nel farle valere a Roma laddove i nostri rappresentanti in Parlamento, pur avendo votato degli emendamenti migliorativi in commissione bilancio al Senato, non hanno soddisfatto le nostre aspettative».

Adesione anche dall'arcivescovo Giuseppe Molinari che ha fatto correggere un suo precedente comunicato aggiungendo: «Che vengano evitate le strumentalizzazioni politiche». Adesioni dai sindacati, anche quelli della polizia (il Coisp in particolare), associazioni di categoria e ordini professionali, singole aziende, partiti e rappresentanti istituzionali.

Ha dato il proprio appoggio anche il Centro di servizio per il volontariato che ha invitato «il mondo dell'associazionismo e del terzo settore a non farsi sfuggire questa importantissima occasione per esternare le proprie richieste ed illustrare i propri obiettivi in vista di una ricostruzione del tessuto sociale che stenta a decollare in un momento storico così difficile per la nostra comunità».

Il corteo prevede il concentramento a Roma alle 10 a piazza Venezia. Poi presidio davanti alla Camera in piazza Montecitorio e nel pomeriggio presidio davanti al Senato in piazza Navona. Gli autobus questa mattina alle 7 partiranno da tre punti: Collemaggio, Centi Colella e il campo sportivo di Acquasanta.

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