«Ricostruzione, lavori alle ditte locali»

Cna e Api Edil propongono alla Regione una legge per disciplinare gli interventi

L’AQUILA. E’ una vera e propria proposta di legge regionale che traccia le linee guida e le norme per la ricostruzione dell’Aquila. A metterla a punto due associazioni abruzzesi: la Cna costruzioni (presidente Franco Santilli) e la Api Edil (presidente Dino Gavioli).

E’ forse il primo tentativo per cominciare a stabilire cosa fare per dare il via alla cosiddetta ricostruzione pesante che avrà bisogno di tanti finanziamenti, di competenze, di regole precise e soprattutto, secondo le due associazioni dovrà valorizzare le imprese abruzzesi che non possono essere tagliate fuori come è accaduto, sostengono Cna e Api Edil, nella fase dell’emergenza e del progetto Case. La proposta di legge è complessa ed è quasi impossibile semplificarla o banalizzarla. Il documento ha una premessa che fa il punto della situazione del settore edile oggi in Abruzzo.

«Cna Costruzioni e Api Edil Abruzzo» scrivono le due associazioni «raggruppano più di 3000 imprese del settore edile della Regione Abruzzo. Il mercato delle opere pubbliche in Abruzzo evidenzia una sostanziale frenata nel corso dei primi 9 mesi del 2009 per i lavori che in particolare interessano le piccole e medie imprese abruzzesi. In Abruzzo operano stabilmente oltre 13.000 imprese edili, la maggior parte di loro sono micro o piccole imprese generalmente dotate di buone capacità realizzative. L’edilizia rappresenta il 13% del Pil regionale. Negli anni passati molte nostre imprese si sono distinte nella ricostruzione post-sisma di Marche ed Umbria, dispongono pertanto di una buona esperienza nel campo e di una struttura organizzativa e professionale adeguata (a oggi sono 147 le aziende edili abruzzesi qualificate per i lavori di restauro).

Il progetto Case (le 19 new town ndr) ha mortificato le professionalità presenti nel nostro territorio relegando le imprese, anche le più strutturate, allo scomodo ruolo di subappaltatori o di fornitori di attrezzatura a nolo. Nei prossimi mesi e per i prossimi anni si procederà alla ricostruzione dell’Aquila e al ripristino del grande patrimonio storico presente nel cratere. Sarà necessaria una rigorosa selezione delle imprese che interverranno. Dovranno essere premiate la garanzia di interventi a “regola dell’arte”, la correttezza nei rapporti di lavoro e il rispetto di tutte le norme. Per la gestione della ricostruzione sembra che si stia optando per la creazione di grandi comparti e l’utilizzo di “General contractor”».

Il General contractor (contraente generale) così come è spiegato nei vocabolari è un gruppo o un’azienda che assume su di sè la responsabilità del lavoro e poi redistribuisce i vari incarichi per la realizzazione di un’opera.
«Il General contractor» dicono ancora Cna e Api Edil «può essere pratico a livello gestionale, ma pone dei rischi sulla regolarità delle imprese coinvolte e sulla qualità degli interventi. Inoltre, quando nel nostro paese si è utilizzato il “General contractor” si è sempre tradotto semplicemente in un passaggio in più, che ha reso il lavoro meno remunerativo per chi lo ha effettivamente eseguito, con gravi effetti negativi nei tempi di consegna e nella qualità generale dell’intervento. Cna Costruzioni ed Api Edil Abruzzo esortano la giunta regionale e le autorità locali ad appropriarsi realmente della ricostruzione post-terremoto raccogliendo tutte le regole in una legge regionale condivisa e non imposta agli operatori del settore. Se si dovesse ancora forzare la mano procedendo per ordinanze, lasciando l’interlocuzione e i rapporti - anche della fase della ricostruzione - a livello nazionale, le imprese abruzzesi saranno di nuovo spettatori inermi della partita».

Uno dei punti centrali della proposta di legge è la istituzione di un albo regionale «Abruzzo» di imprese qualificate per l’affidamento di appalti inerenti la ricostruzione post sisma. La legge deve poi stabilire i criteri in base ai quali i Comuni perimetrano i centri storici nei quali ci saranno interventi attraverso piani di recupero. Si parla poi di micro zonazione, di tecniche ricostruttive e di miglioramento sismico, di come intervenire su immobili pubblici e privati e sui beni culturali, sulla concessione dei contributi, sul controllo dei lavori eseguiti. Uno dei passaggi della proposta recita: «L’affidamento degli appalti dovrà essere orientato a favorire prioritariamente il tessuto delle piccole e medie imprese locali».