Ricostruzione, nei cantieri aumenta il lavoro in nero

La Cisl: irregolarità nella presentazione del nuovo Durc telematico Di conseguenza si registra un’elevata evasione fiscale e contributiva

L’AQUILA. Nel più grande cantiere d’Europa, dove svettano le gru e fioriscono ponteggi e impalcature, i numeri disegnano una realtà differente.

A sorpresa, diminuiscono in provincia dell’Aquila i lavoratori del settore edile, ma anche massa salari e numero di Durc, il documento di regolarità contributiva delle imprese. L’incrocio tra i dati della Cassa edile e quelli elaborati dalla Cisl parla chiaro: a settembre 2015 erano 1.520 le imprese edili in provincia dell’Aquila, contro le 1.653 dello stesso periodo del 2014 e una diminuzione, in termini numerici, di 133 aziende. 10.033 i lavoratori occupati contro i 10.625 dell’anno precedente, con un calo di 592 unità di media, mentre le ore lavorate risultano 7.732.899 rispetto alle 8.358.762 dello stesso periodo dell’anno precedente (-625.863 ore) e le ore complessive pro capite lavorate 770.746 a fronte di 786.707 (15,961), mentre la massa salari denunciata è stata pari a 80.985,827 euro.

A settembre 2014 era di 86554.746 euro (-5.568.919 euro). Infine, la massa salari: 78.055.939 euro nel 2015 a fronte di 84.953.803 euro del 2014. I Durc richiesti per la regolarità di impresa sono stati in totale 4.049 di cui 2.751 per lavori edili e 1286 per altri utilizzi.

«Tale situazione evidenzia come le imprese che applicano contratti non di settore, tipo metalmeccanico o dei servizi, fanno a meno di transitare nelle Casse edili locali, in cui sarebbero obbligate a versare, eludendo i pagamenti», denunciano Pietro Di Natale, segretario regionale Filca-Cisl, e Paolo Sangermano, segretario Cisl della provincia dell’Aquila, «la diminuzione delle ore lavorate in busta paga comporta la perdita di parte della retribuzione, di prestazioni assistenziali aggiuntive, di contributi per la pensione e di premialita».

Dai dati confluiti all’Osservatorio per la ricostruzione istituito presso la Prefettura dell’Aquila emerge che, a novembre scorso, il 62% dei lavoratori operanti alla ricostruzione nel cratere sismico sono italiani, il 38% stranieri.

«Una diminuzione di lavoratori e di messa salariale preoccupante», affermano Di Natale e Sangermano, «con la nuova procedura del Durc telematico, le Casse edili sono state estromesse dal controllo del settore con ripercussioni pesanti per i lavoratori: le imprese, infatti, risultano in regola anche dichiarando un solo lavoratore. Ne consegue un’elevata evasione fiscale e contributiva che penalizza anche le aziende che operano nel pieno rispetto delle regole».

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