Rifiutano il cibo per salvare il tribunale

Gli avvocati cominciano lo sciopero: «Avanti fino a quando il ministro non sarà a Sulmona». Avviata una petizione

SULMONA. Ha iniziato all’ora di pranzo, subito dopo l’assemblea, così come aveva annunciato la settimana scorsa. Elisabetta Bianchi, vice presidente della Camera penale di Sulmona da ieri rifiuta il cibo in segno di protesta contro la chiusura del tribunale cittadino. Dalle 8 di oggi altri avvocati si uniranno a lei, iniziando lo sciopero della fame che andrà avanti a oltranza. L'obiettivo dell'iniziativa è quello di ottenere l'immediata presenza del ministro della Giustizia a Sulmona, come spiega il presidente dell’Ordine forense, Gabriele Tedeschi. «È l’atto più incisivo e grave dopo mesi di battaglia», ha sottolineato Tedeschi, «vogliamo che il ministro Anna Maria Cancellieri venga a Sulmona per ascoltare dalla cittadinanza le ragioni e i motivi per i quali il tribunale non può essere soppresso».

Una decisione sofferta e coraggiosa, quella di arrivare a mettere in gioco la propria salute per essere ascoltati. E l’avvocato Bianchi ha dimostrato una determinazione unica, rompendo gli indugi quando gli altri avvocati hanno cercato di rinviare l’avvio della protesta, prospettando altre soluzioni. Non tutti, a dire il vero. Al fianco della Bianchi si sono subito schierati gli avvocati Alberto Paolini e Daniele Di Bartolo, più la sindacalista Ivana Giardini.

«Non avrebbe avuto alcun senso rinviare ancora», afferma una battagliera Elisabetta Bianchi, «venerdì scorso ci hanno chiuso il tribunale e solo una proroga per il terremoto fa sì che il palazzo di giustizia resti ancora aperto per due anni. Ora pretendiamo l’attenzione da parte del governo, al quale chiediamo una vera revisione delle circoscrizioni giudiziarie che porti all’ampliamento di quella del nostro territorio. No ai tagli orizzontali che penalizzano solo i cittadini. Pretendiamo che anche nel Centro Abruzzo lo Stato sia presente e lotteremo contro la riforma generata da burocrati ministeriali miopi e sordi alle istanze della politica e dei cittadini».

La Bianchi resterà nel tribunale anche di notte. E da domani ci saranno a farle compagnia anche altri avvocati e dipendenti del palazzo di giustizia. Fino a ieri erano 30 le persone che hanno dato la propria disponibilità ad attuare lo sciopero della fame. Tra questi anche l’intero consiglio dell’Ordine e l’avvocato ed ex sindaco di Sulmona, Lando Sciuba, quest’ultimo tra i più decisi a portare avanti la lotta a difesa del tribunale. Nei giorni scorsi è arrivato anche a scrivere una lettera a Giuseppe Capograssi, noto giurista e concittadino, invitando tutti i sulmonesi alla resistenza. Ieri mattina, anche un altro decano degli avvocati, Giovanni Margiotta, è intervenuto nell’assemblea lanciando parole di fuoco nei confronti della politica e dei componenti del comitato per la salvaguardia del tribunale di cui fanno parte anche senatori e politici, che dal momento del suo insediamento non ha ancora prodotto alcun risultato. Un chiaro invito alla mobilitazione e al coinvolgimento rivolto da Margiotta al sindaco, Peppino Ranalli, presidente e principale sostenitore del comitato. «Le ferie di agosto non possono essere una giustificazione a questo incomprensibile immobilismo da parte del comitato», ha detto Margiotta, «chiediamo al sindaco azioni concrete perché il tempo per intervenire per salvare il tribunale è ormai scaduto».

Ieri doveva essere attuata anche una catena umana attorno al tribunale che è stata rinviata per motivi tecnici.

Claudio Lattanzio

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