Rifiuti abbandonati: in città 81 punti critici

L’assessore Verdecchia: «Poco personale per monitorare le zone a rischio Presa di mira anche la zona archeologica, acquisteremo altre fototrappole»

AVEZZANO. Ottantuno punti critici in città. È questo il numero che l’assessore all’Ambiente del Comune di Avezzano Roberto Verdecchia proprio non riesce a mandar giù, nonostante una percentuale di raccolta differenziata (67 per cento) che tanti altri centri non riescono neppure a sfiorare. Da qualche tempo Avezzano può fregiarsi del titolo di città virtuosa, ma c’è uno zoccolo duro di cittadini che proprio non vuole saperne di non abbandonare i rifiuti dove capita. E ciò accade soprattutto in periferia, anche se lo stesso centro cittadino non è immune dal fenomeno che costringe gli operai dell’Aciam a continui interventi di bonifica. E per contrastare l’abbandono dei rifiuti sul territorio sono state installate, oltre alle telecamere, anche diverse fototrappole.

L’assessore Verdecchia non demorde, ma non può non rammaricarsi per alcuni episodi avvenuti di recente.

«Il più grave», afferma Verdecchia, «si è verificato presso i cunicoli di Claudio, la zona archeologica di maggior prestigio di Avezzano e dell’intero Fucino, dove una prima volta il 31 luglio e poi nei giorni del 17 e 18 agosto, c’è chi ha prima abbandonato i rifiuti per poi, forse nel tentativo di farli sparire, appiccare il fuoco che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco allertati dagli abitanti dell’Incile. Il nostro settore», prosegue l’assessore, «non ha purtroppo personale sufficiente per monitorare costantemente le zone di maggiore rischio, perché può contare solamente su un dirigente (Massimo De Sanctis) e su cinque addetti. Decisamente troppo pochi anche solo per evitare il reiterarsi di atti che oggi sono considerati reati di tipo penale».

E poi la storia delle fototrappole, altro argomento che fa salire la pressione all’assessore Verdecchia. «È un servizio che il Comune ha avviato nel gennaio del 2013, acquistando otto macchinette che sono state dislocate nei punti che abbiamo ritenuto più idonei. Ma a distanza di un solo anno e mezzo, alcune sono state manomesse e rese inutilizzabili; altre, invece, sono state rubate, tanto da costringerci ad acquistarne delle nuove».

Il settore ambiente, secondo quanto dichiarato dallo stesso assessore, «dovrebbe essere potenziato. E ciò perché deve esser chiaro a tutti che inquinare non significa soltanto sporcare. Infatti, quando i cumuli di rifiuti vengono incendiati, spesso nell’aria si sprigionano sostanze altamente tossiche e nocive e noi non vogliamo lasciare questo brutto esempio alle generazioni future».

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