Riforma enti camerali I sindacati sollecitano l’intesa con Teramo

Trasatti (Cgil): «Tutelare l’occupazione e salvare i servizi» Sangermano (Cisl): «Il presidente Santilli dia risposte»

L’AQUILA. Subito l’apertura di un tavolo di confronto sulla riforma del sistema camerale, le implicazioni negative che la stessa può avere sull’occupazione e sul ritardo nell’accorpamento tra Camera di commercio dell’Aquila e Teramo. A chiederlo sono le organizzazioni sindacali, che definiscono «inaccettabile il silenzio dell’ente camerale aquilano, su una vicenda delicata e importante come quella della fusione». Secondo Cgil e Cisl «non c’è tempo da perdere. Vanno garantiti i servizi e i livelli occupazionali».

Il grido d’allarme fa seguito alle rigide regole dettate dalla riforma delle Camere di commercio e dalle indicazioni emerse nel decreto che rischiano di minare il futuro di importanti strutture legate al mondo camerale, come Cresa, Centro estero, Centro interno e le due aziende speciali dell’Aquila e di Chieti. Una rivisitazione di ruoli e competenze che getta un’incognita sul futuro di una trentina di lavoratori. Ma a destare preoccupazione, spiegano i sindacati, «sono anche le posizioni rigide assunte dal presidente della Camera di commercio dell’Aquila Lorenzo Santilli e dal presidente dell’ente camerale di Teramo Giandomenico Di Sante, che non riescono a trovare una linea di dialogo sull’ormai prossima e improrogabile fusione tra i due enti».

«Da un lato», sottolinea Umberto Trasatti, segretario Cgil della provincia dell’Aquila, «va garantita la qualità dei servizi e delle prestazioni offerte da una struttura importante per il territorio, qual è la Camera di commercio. Dall’altro vanno tutelati i livelli occupazionali. In Abruzzo, il sistema camerale si è dotato di laboratori importanti come il Cresa e le aziende speciali, che fanno ricerca e analisi dei dati». Trasatti auspica «un immediato confronto con la dirigenza della Camera di commercio dell’Aquila, anche in relazione alla fusione con l’ente teramano. Un obbligo da cui le due Camere di commercio non possono tirarsi indietro», afferma. «È necessario stringere i tempi e avviare subito un tavolo di concertazione, alla presenza dei sindacati, per concordare il percorso migliore. Bisogna superare i personalismi e gli steccati territoriali e trovare un’intesa che salvaguardi il territorio, i lavoratori, i servizi alle imprese».

Sulla stessa linea Paolo Sangermano, segretario Cisl della provincia dell’Aquila: «Alcuni provvedimenti previsti nel decreto, come la diminuzione dei costi, l’eliminazione dei compensi e dei gettoni di presenza, rappresentano una linea da condividere. Resta il dilemma della fusione: un nodo che va sciolto subito attivando un confronto tra le Camere di commercio dell’Aquila e Teramo. Dialogo che finora non c’è stato». La Cisl esprime «preoccupazione per i possibili riflessi negativi su servizi e occupazione, nella fase applicativa della riforma». «La rivisitazione degli organici potrebbe portare a un taglio del personale, su scala nazionale, che oscilla tra il 20 e il 40%», conclude Sangermano. «Su questo e altri temi, il presidente della Camera di commercio dell’Aquila Santilli deve dare risposte concrete». ©RIPRODUZIONE RISERVATA