Rimozione macerie, operazione a rilento

Moroni: mancano uomini e siti, di questo passo ci vorranno 20 anni per finire l'opera

L'AQUILA. Pochi uomini al lavoro e un solo sito disponibile, quello dell'ex Teges, per il deposito delle macerie. Una situazione difficile, testimoniata dai dati della raccolta dell'ultimo mese: appena 7.000, infatti, le tonnellate di macerie rimosse. Un rallentamente notevole rispetto al lavoro eseguito nell'arco del 2009 e alla tabella di marcia indicata mesi fa dal ministro Prestigiacomo. L'unica nota positiva l'apertura, a breve, di un nuovo sito a Barisciano.

«La situazione è in fase di stallo» commenta l'assessore all'ambiente del Comune dell'Aquila, Alfredo Moroni. «Non c'è quell'accelerazione di cui si è era tanto parlato ed anzi si sta procedendo ancora più lentamente rispetto a un anno fa. Le strade e le piazze della città sono state sgomberate, ma ora abbiamo davanti i problemi grandissimi legati alle demolizioni. Di questo passo ci vorranno venti anni per rimuovere e smaltire 4 milioni e mezzo di tonnellate di macerie».

Attualmente le operazioni vengono svolte dai vigili del fuoco e dall'esercito, quest'ultimo occupato nel trasporto. «Il controllo delle operazioni» aggiunge Moroni «è affidato all'Asm in collaborazione con Soprintendenza, Arta e altri soggetti di volta in volta interessati. Ma gli uomini impegnati sono pochi (solo 120 i vigili del fuoco rimasti a fronte dei 300 di qualche mese fa), così come i siti. Nelle prossime ore dovrebbe sbloccarsi la situazione di Barisciano, il progetto è stato approvato e c'è il sì del sindaco e degli altri enti interessati. Speriamo di poter aprire in fretta. E stiamo anche cercando di recuperare due dei cinque siti proposti mesi fa dal Comune di Pizzoli. Le due aree sono state bonificate e potrebbero essere disponibili nel giro di pochissimo tempo. E dovremo aumentare anche i punti di conferimento delle macerie in città, attualmente sette, cosicchè le imprese che stanno eseguendo le demolizioni e i lavori di messa in sicurezza non dovranno faticare per trovare i cassoni dove portare i materiali selezionati».

Intanto, l'Asm è riuscita ad avere un maggior numero di addetti. Si tratta di 13 operai, quelli in cassa integrazione al Centro turistico del Gran Sasso, che per sei mesi lavoreranno all'Asm. «Si potrà arrivare, a breve, all'assunzione di ulteriori 30-35 unità, ma anche gli altri enti (Arta e Soprintendenza in testa) dovranno rafforzare le presenze. Nessuno vuol fare polemiche» conclude Moroni «ma non c'è la risposta che il ministro intendeva dare. Anzi, il cammino si annuncia lungo e pieno di ostacoli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA