Rinvio delle tasse, trattativa con il governo

Nuova proroga da inserire nel maxi-emendamento, Chiodi affida le speranze a Letta

L'AQUILA. Una città in fibrillazione per le tasse che, senza un intervento del governo, dovranno essere restituite in un'unica rata. La fumata bianca non è arrivata e lo stesso commissario Gianni Chiodi - volato prima a Palazzo Grazioli, al vertice del Pdl, e poi a palazzo Chigi, per il consiglio dei ministri - ha affidato le speranze degli aquilani al «maxi-emendamento alla legge di stabilità». Lunghe ore di trattative e l'attesa, all'Aquila, di una telefonata che fino a tarda sera non è arrivata. Chiodi, partito per Roma «per chiedere un'ulteriore proroga per la restituzione delle tasse sospese», si è visto costretto a riporre le ultime speranze in una lunga trattativa notturna con Letta per l'inserimento, nel maxi-emendamento alla legge di stabilità, approvato a tarda sera dal consiglio dei ministri, delle misure per L'Aquila. Una legge in discussione al Senato.

Così, sempre che nel testo definitivo abbia trovato posto anche L'Aquila (cosa che fino a mezzanotte non era ancora chiara), il via libera alla legge non avverrà a stretto giro di posta. Come dire che, nel frattempo, occorrerà un'ordinanza per sospendere il prelievo forzato sulla busta paga degli aquilani. Ma andiamo con ordine. Il sindaco Massimo Cialente aveva annunciato per ieri un appuntamento telefonico con il sottosegretario Gianni Letta. Ma il primo cittadino già martedì sera, vista la gravissima crisi in cui versa il Paese, si era detto piuttosto sfiduciato, tanto da invitare gli aquilani a prepararsi a una forte mobilitazione. E ieri, le notizie frammentarie arrivate via via da Roma hanno lasciato ancora meno spazio all'ottimismo. Così, mentre Chiodi era da poco arrivato a palazzo Grazioli per il vertice del Pdl seguito, poi, dal consiglio dei ministri, all'Aquila il Pd ha diffuso un comunicato con un nuovo appello alla mobilitazione.

«Le aziende e gli enti, in queste ore, stanno emettendo le buste paga per i dipendenti caricando la restituzione di 12 rate di tributi non versati nei 15 mesi successivi al sisma e situazione analoga riguarderà anche i lavoratori autonomi. Gli effetti sui cittadini e sull'economia aquilana saranno devastanti. Ci aspettiamo che nel provvedimento del governo ci siano le misure per L'Aquila. In caso contrario siamo mobilitati a organizzare la protesta, in forma civile, ma nel modo più forte possibile». Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'assessore Stefania Pezzopane.

«Chiodi e il governo hanno sempre detto che si faceva in tempo, che noi facevamo allarmismo e che in ogni caso avrebbero trovato la copertura. È a tutti evidente che farla sei mesi o un anno fa sarebbe stato più semplice. Ma così non è stato e ora, se il provvedimento non c'è, gli aquilani saranno tartassati 2 volte da questo governo». A tarda sera l'annuncio del maxi-emendamento. Chiodi, in un sms, ha scritto che le speranze erano riposte in quel maxi-emendamento. Ma dell'Aquila nel testo circolato subito dopo non c'è traccia. «Tutto rinviato», per Chiodi, «a una trattativa notturna con Letta». Speranze appese a un filo sottilissimo. (m.m.)

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