Rivolta dei pompieri: noi allo sbaraglio

I sindacati vanno all'attacco di Maroni: in 220 lasciati senza direttive e senza funzioni

L'AQUILA. Dopo due giorni di stop alla rimozione delle macerie, i pompieri oggi dovrebbero tornare ad attivare almeno una delle due linee di recupero. Duro attacco dei sindacati di base a Maroni («Mandati allo sbaraglio»). E Chiodi annuncia: accordo raggiunto, 120 uomini in più.

ALLO SBARAGLIO.
«Nelle zone terremotate dell'Abruzzo 220 vigili del fuoco, giunti da tutta Italia in appoggio al comando dell'Aquila, da una settimana sono senza direttive e senza funzioni, se non quella di accompagnare chi debba entrare nella zona rossa». Vista la «grave carenza di organico» nel corpo nazionale, la RdB-Usb vigili del fuoco ha scritto al ministro dell'Interno Roberto Maroni e al Capo dipartimento dei vigili del fuoco per chiedere chiarimenti sulla situazione.

«Prima hanno bloccato altri due giorni il personale che doveva rientrare, senza che nessuno ci desse spiegazioni. Ora», come spiega Antonio Jiritano della direzione nazionale RdB-Usb pubblico impiego, «mancano delibere e atti politici che ci dovrebbero mantenere ancora lì. Nel frattempo, subiamo l'ira delle ditte di trasloco e di coloro che fanno la fila al comando provinciale per essere accompagnati in zona rossa, facendo da paravento a inefficienze non dovute a noi, ma a chi dovrebbe svolgere attività di ricostruzione».

Come il popolo abruzzese, scrive Jiritano, «è stato messo in secondo ordine nell'agenda politica del governo, lo stesso trattamento viene riservato ai vigili del fuoco: prima ci danno il ben servito con contratti bloccati e tagli al dicastero, ora ci lasciano in mezzo alla gente per prendere schiaffi. Alle nostre richieste di un tavolo di organizzazione sia il ministro sia i vertici del corpo nazionale non danno risposta».  

120 IN PIÙ.
A sera il presidente della Regione e commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi, di ritorno da Roma, annuncia la formazione di un'altra struttura di missione, ma stavolta non quella tecnica di Gaetano Fontana ma quella dei vigili del fuoco. «Di concerto con il capo dipartimento dei vigili del fuoco prefetto Francesco Paolo Tronca, abbiamo ottenuto l'assenso per l'impiego di 120 unità dei vigili del fuoco per garantire la continuità operativa nelle zone colpite dal terremoto». Nella riunione di ieri, al Dipartimento della Protezione civile, è stata concordata dallo stesso commissario la norma che consente l'autorizzazione alla costituzione di un'apposita «struttura di missione» del corpo, con la relativa copertura finanziaria.

«I vigili del fuoco», afferma Chiodi, «non lasciano le zone colpite dal terremoto, ma verrà soltanto sostituita l'attuale colonna mobile, adatta alla fase della più stretta emergenza, con una struttura di missione assolutamente idonea ai compiti operativi che il corpo dei vigili del fuoco è ancora chiamato a compiere.

Ci saranno anche i soldi per il lavoro straordinario». Nella stessa riunione romana è stata anche garantita la proroga dell'impiego delle forze armate impegnate nell'operazione «Gran Sasso». Si tratta dei militari dell'esercito che stanno presidiando le zone rosse. Annunciata un'ordinanza specifica sull'argomento, «che avrà effetto retrodatato». A Onna è stata individuata un'area per la logistica dove verranno sistemati i mezzi per una sorta di postazione fissa nella zona Est. 

MACERIE, SI RIPARTE. Oggi, dopo uno stop di due giorni dovuto alla partenza delle squadre dei vigili del fuoco richiamate in sede per la fine della missione, dovrebbe essere riattivata almeno una delle linee per il recupero delle macerie nel centro storico della città. Lo stop, dovuto alla «ritirata» dei pompieri, è stato confermato da Alfredo Moroni, assessore comunale all'Ambiente.

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