Rossini: «Forse anche cose sull’Aquila»

Il procuratore segue l’evoluzione delle indagini sugli appalti della Maddalena.

L’AQUILA. La procura dell’Aquila potrebbe aprire una indagine connessa a quella della procura di Firenze sugli appalti della Protezione civile per il G8 alla Maddalena poi trasferito all’Aquila. «Forse», dice il pm Alfredo Rossini, «in quegli atti ci sono cose di nostro interesse».
Il procuratore della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini, dunque, sta seguendo con attenzione l’evoluzione della indagine che ha investito, tra gli altri, il capo della Protezione civile nazionale, Guido Bertolaso. «Stiamo leggendo sui giornali di questa inchiesta», ha detto il magistrato, «la stiamo guardando con serenità, anche se non siamo fuori dai giochi nella misura in cui dovessero essere coinvolte le competenze territoriali. Comunque, di concerto con la Procura di Firenze e gli altri soggetti interessati, siamo pronti a dare il nostro contributo per le cose eventualmente accadute nel nostro territorio».

Nonostante questo interesse, comunque, non sarà Rossini a chiedere gli atti ma attenderà che essi vengano spediti dai suoi colleghi una volta accertata la possibile competenza anche del foro aquilano. L’indagine, del resto, verrà scorporata anche perchè uno dei sospettati è un magistrato romano e per i fatti a lui attribuiti è competente a valutare la procura di Perugia. I fatti che potrebbero coinvolgere la Procura dell’Aquila, ovviamente, sono il G8 dell’Aquila e gli appalti legati all’emergenza e alla ricostruzione, argomento quest’ultimo toccato nella telefonata intercettata dei due imprenditori nella quale uno ha detto di aver «riso nel letto» dopo la scossa, pensando ai possibili appalti. Fatto che ha suscitato rabbia e sdegno tra le istituzioni e le popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile.

Al riguardo è certo è allo studio, da parte di alcuni avvocati dell’Aquila, la possibilità di presentare una denuncia penale contro chi ha fatto quelle affermazioni. Ma non è affatto facile trovare un reato che possa contemplare quanto avvenuto. Del resto si tratta di affermazioni emerse soltanto tramite intercettazioni e questo sembra rendere più difficile la individuazione di un reato penale.

Il Codacons, infine, ha chiesto chiede la cancellazione a vita degli imprenditori Pierfrancesco Gagliardi e Francesco De Vito Piscicelli e delle imprese loro collegate da qualsiasi albo o gara abbia attinenza ad appalti pubblici. «Le intercettazioni che rivelano come i due soggetti ridessero del terremoto e della distruzione dell’Aquila» spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi «non hanno bisogno di alcun commento ulteriore, ma devono portare a misure severissime nei confronti dei due sciacalli».

INDAGINI CROLLI.
C’è molta attesa sulle richieste di rinvio a giudizio che sono attese in riferimento alla indagini sui crolli. Rossini non ha chiarito il dilemma della Procura sulla prossima mossa: le richieste di rinvio a giudizio per i primi tre filoni (Casa dello studente, Convitto nazionale o facoltà di ingegneria), o l’apertura del quarto, rappresentato dal crollo del condominio di via D’Annunzio, dove ci sono stati 14 morti, con cui parte la serie riservata ai condomini privati con il maggior numero di vittime. Finora sono tre i filoni aperti dalla Procura con complessivi 26 indagati: la Casa dello Studente, 8 morti e 15 indagati; il convitto nazionale, 3 morti e 2 indagati; la facoltà di Ingegneria dell’Università a Roio, nessun morto e 9 indagati. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni per i primi due filoni, disastro colposo per il terzo.