Rubbia inaugura Icarus, caccia ai neutrini nelle grotte del laboratorio del Gran Sasso

Parte il programma di ricerca sui neutrini, le particelle legate agli aspetti più misteriosi dell'universo. L'allarme dei ricercatori: il 50% sono precari, ferma un'antenna per rilevare i terremoti. Il premio nobel lancia un monito sul nucleare: "Serve una profonda riflessione"

L'AQUILA. In una delle grandi caverne del laboratorio sotterraneo di fisica più grande del mondo comincia la caccia ai neutrini, le particelle che sono i messaggeri degli aspetti più misteriosi dell'universo. Nei Laboratori dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) del Gran Sasso è stato inaugurato oggi l'esperimento Icarus. Il suo padrino è stato il Nobel Carlo Rubbia, che lo ha ideato nel 1977.

FOTO Caccia ai neutrini sotto la grande montagna

Il progetto Icarus. Sotto 1.400 metri di roccia, il cuore di Icarus (Imaging Cosmic and Rare Underground Signals) sono due contenitori di argon liquido lunghi 20 metri, larghi 3 metri e alti altrettanto, bersagliati dal fascio di neutrini artificiali prodotti nel Cern di Ginevra e "sparati" attraverso 700 chilometri di crosta terrestre. I neutrini arrivano al rivelatore a decine di miliardi, ma solo 10 o 20 ogni giorno interagiscono con un nucleo di argon, producendo particelle che raccontano qualcosa sulla loro identità e, soprattutto sull'"l'altra faccia" dell'universo, ossia la materia oscura e l'energia oscura che lo costituiscono per ben il 95%, mentre la materia ordinaria corrisponde appena al 5%.

Pochi fondi, interrotte le ricerche sui terremoti. L'inaugurazione di Icarus ha consentito anche di fare il punto sui lavori nel laboratorio del Gran Sasso. Almeno il 50% dei ricercatori impegnati nel progetto Icarus è precario. L'allarme arriva dai ricercatori dell'Infn a margine della cerimonia inaugurale. E la carenza di fondi della ricerca ha provocato la chiusura di un'antenna sismica per lo studio di microterremoti (terremoti lenti) installata nel cuore del Gran Sasso.

La disattivazione di questo impianto è avvenuta nel 2010, dopo il devastante sisma che ha colpito L'Aquila il 6 aprile 2009. Il progetto di questa antenna, collegata a 20 stazioni, è stato portato avanti dal 2001 dai ricercatori Costantino Fischione e Fabrizio Tronca. Lo studio di questo tipo di fenomeni permetterebbe di analizzare la dinamica di uno sciame sismico e le possibili evoluzioni.

Rubbia: "Il nucleare impone una riflessione profonda". Rubbia è intervenuto anche sulla questione energetica. «Sul nucleare», ha spiegato, «occorre una riflessione profonda» e che «è troppo facile dire: adesso spazziamolo via». Un problema che è anche legato al petrolio. «Nei prossimi anni la domanda di petrolio supererà l'offerta», ha aggiunto, «i prezzi saliranno alle stelle e dovremo capire cosa fare, perché potrebbe scoppiare una crisi come quella bancaria degli anni scorsi».

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