Rugbisti morti sulla 17: dirigente Anas a processo

Nello schianto del pulmino contro un albero persero la vita due atleti del Sulmona Il pm accusa: niente sistemi di sicurezza sulla strada, a cominciare dal guard rail

SULMONA. Finirono con il bus contro un albero e due giovani atleti della squadra del Sulmona rugby persero la vita.

Una tragedia che nel gennaio 2014 colpì l’intero Abruzzo ma anche il resto del Paese, suscitando commozione. Ora per quel tragico incidente finisce sotto processo per omicidio colposo Simona Cicconi, responsabile aquilana dell’Anas per la sicurezza delle strade. L’accusa formulata dai magistrati nei suoi confronti e accolta dal gup del tribunale di Sulmona Marco Billi è quella di aver provocato la morte a soli 15 anni di Salvatore Di Padova, di Sulmona e Marco Liberatore, di 20 anni, di Corfinio e il ferimento di tutti gli altri giovani atleti che viaggiavano a bordo del Fiat Ducato lungo la Statale 17, sull’Altopiano delle Cinquemiglia. Per la Procura di Sulmona quel tratto di strada non era sicuro, per la presenza, lungo il ciglio, di alberi di alto fusto e di una scarpata con una pendenza accentuata, non visibile dalla strada. Ma, soprattutto, la Procura ha contestato la mancanza di idonei sistemi di sicurezza, atti a impedire ai veicoli la fuoriuscita dalla sede stradale. Insomma, secondo gli inquirenti, la presenza di un guard rail avrebbe potuto eliminare o attenuare le gravi conseguenze provocate dall’uscita di strada dell’automezzo. La decisione del gup segna un precedente molto importante nei casi di incidenti sulla strada, stabilendo che la mancata manutenzione o il mancato rispetto delle norme di sicurezza vengono imputati ai gestori delle arterie stradali stesse, in questo caso l’Anas.

Soddisfazione è stata espressa dai legali delle famiglie delle vittime il cui «unico intento», afferma l’avvocato Alessandro Margiotta, rappresentante della famiglia Liberatore che si è costituita parte civile, «è di rendere più sicura la strada, per evitare il ripetersi di tragedie come quella vissuta due anni fa». La prima udienza del processo a carico di Simona Cicconi, 52enne aquilana, si terrà il 14 febbraio 2017. Il tragico schianto del pulmino che trasportava i giovani rugbisti contro un albero (letteralmente spezzato in due) che costeggia il rettilineo del Piano delle Cinquemiglia, nelle vicinanze della casa cantoniera Anas, avvenne intorno alle 16 del 18 gennaio di due anni fa, subito dopo la casa cantoniera. Il pulmino, con otto ragazzi a bordo, finì nella scarpata. Morì sul colpo Salvatore Di Padova. Liberatore, che era alla guida del mezzo, morì alcuni giorni dopo nell’ospedale dell’Aquila, a causa della gravità dei traumi riportati nell’incidente. I ragazzi, insieme ai dirigenti della squadra, erano di ritorno a Sulmona dopo aver partecipato a una manifestazione sulle piste da sci di Roccaraso. Tre i pulmini su cui viaggiavano dirigenti e rugbisti. Uno fu quello che uscì di strada provocando la tragedia.

Claudio Lattanzio

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