San Demetrio, borse di studio per ricordare le vittime del sisma

La cerimonia nella sede dell’istituto comprensivo

SAN DEMETRIO. Antonio Ioavan Ghiroceanu aveva cinque mesi: la vittima più giovane del terremoto del 6 aprile. Ha perso la vita insieme ai suoi genitori, Laurentium Costantin e Darinca Bobli, nel crollo di un'abitazione a San Demetrio nei Vestini. Ieri, la famiglia romena è stata ricordata con l'assegnazione di due borse di studio.

Altre quattro, intitolate alla memoria di Lorena Lisi, deceduta nel crollo delle Torri Gemelle, e dell'Università di Berkeley, in California, sono andate agli alunni più meritevoli della scuola secondaria di primo grado. Una cerimonia, quella che si è svolta nell'istituto comprensivo di San Demetrio, sobria e sentita. Presenti, insieme agli studenti e alle insegnanti, il dirigente scolastico, Lucia Di Giulio, i sindaci dei paesi del comprensorio, il neo eletto sindaco dei ragazzi, Florenza De Matteis, e i rappresentanti delle associazioni che hanno promosso l'iniziativa, Roberto Bruno per l'Università di Berkeley e Fabio Aureli per L'Obiettivo.

Le borse di studio sono state assegnate a Giulia e Anastasia Di Giovanni, della classe 3 A, (premio Lisi), Vittoria Nardis e Francesca Di Stefano, della 3 B, (premio Ghirocenau), Camilla Filauro e Gaia Leonardis, della 3 B, (premio Berkeley). «Scopo della manifestazione, a conclusione del primo ciclo di istruzione» ha spiegato Di Giulio «non è quello di accrescere la selezione e la disomogeneità, ma ampliare la fascia dei ragazzi motivati e preparati: evidenziare modelli positivi di riferimento e contrastare gli atteggiamenti remissivi nei confronti dell'insuccesso scolastico».

Commosso il ricordo di Ana Barbu, mamma di Laurentiu Ghiroceanu, una delle tre vittime del sisma a San Demetrio. «Mio figlio, la moglie e il piccolo Antonio, di appena cinque mesi» dice «vivevano nella frazione di Collarano dall'1 novembre del 2008. Si erano trasferiti a San Demetrio, dalla Romania qualche mese prima del terremoto perché mia nuora voleva partorire in Italia. Avevano scelto questo paese dove avevamo una casa di proprietà, acquistata nel 2002. L'abitazione dove sono morti». Ana Barbu, la notte del 6 aprile, era all'Aquila, nel quartiere Torretta, ospite di un'amica. «Quando sono arrivata a San Demetrio» dice «ho visto al posto della mia casa un cumulo di macerie, ho capito che non c'era nulla da fare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA