San Pio, ritardi per le casette

Il sindaco: «I moduli dovevano esser pronti prima di Natale».

SAN PIO DELLE CAMERE. In cima alla scala macrosismica dei danni elaborata dalla Protezione Civile c’è il borgo fortificato di Castelnuovo di San Pio delle Camere, a circa 25 chilometri dall’Aquila. Qui gli effetti del terremoto sono stati devastanti, con il 95% delle abitazioni risultate inagibili e 5 morti.
A giorni verranno consegnate le prime casette di legno: dei 116 Map previsti nel comune di San Pio delle Camere, 90 sono destinati alla frazione di Castelnuovo, divisi in due aree. Ma intanto si pensa alla ricostruzione: dal 6 aprile le macerie sono ancora tutte lì, nel silenzio assordante di un paese fantasma. Gli abitanti, in attesa di entrare nelle case provvisorie, si interrogano sul futuro.

Dalla Toscana sono arrivati nei mesi scorsi dei giovani studenti della facoltà di Ingegneria di Firenze e hanno indagato a lungo, sulla conformazione del terreno e sulla presenza di tante caverne antropizzate, i cosiddetti grottoni, che certamente hanno amplificato l’intesità della forza distruttrice del forte sisma.
L’accordo di programma fra l’università di Firenze e il Comune di San Pio delle Camere non si è esaurito: «Abbiamo i primi risultati dell’indagine», spiega il sindaco Gianni Costantini, «e il presidente della commissione lavoro del consiglio regionale della Toscana si è impegnato a stanziare altri 200mila euro per finanziare ulteriori studi.

Manca però un tassello fondamentale: stiamo ancora aspettando di conoscere gli esiti della microzonazione sismica, ai quali deve necessariamente ancorarsi qualsiasi progettualità futura, anche alla luce dei dati forniti dall’università toscana. Con gli altri sindaci del comprensorio dovevamo essere convocati dalla Protezione Civile un mese e mezzo fa. Nel frattempo, non si può certo arrivare con le ruspe e portare via tutto, ma bisogna capire cosa e dove si può recuperare».

Nei due cantieri dei Map gli operai intanto lavorano giorno e notte: «Le prime venti abitazioni di legno dovevano essere consegnate prima di Natale», aggiunge il sindaco Costantini, «ma ci sono stati ritardi a causa del maltempo. Mancano le opere di rifinitura e le case verranno assegnate a lotti».

Gli abitanti, sistemati provvisoriamente nelle zone limitrofe, hanno però festeggiato insieme ieri il Capodanno, in 120, nel centro polifunzionale donato dal Comune di Segrate e già inaugurato da mesi, a fianco del nuovo villaggio: «Questo centro diventerà un punto di riferimento e di aggregazione per la popolazione», conclude il sindaco Costantini, «e finora ha ospitato l’asilo nido e le funzioni religiose. A proposito di chiesa, grazie all’affetto degli amici di Bertinoro, in Emilia Romagna, dovrebbe arrivarne presto una di legno: il Comune sta individuando l’area dove posizionarla. Domani intanto, alle 16, sarà l’arcivescovo Giuseppe Molinari a salutare i castelnovesi insieme al sindaco di Segrate».