Santa Croce, quattro offerte per imbottigliare l'acqua di Canistro

Scaduto il termine di partecipazione alla gara per la sorgente. In corsa anche Colella

AVEZZANO. Quattro contendenti in lizza per tentare di aggiudicarsi la concessione per l’imbottigliamento dell’acqua della sorgente Sponga, di Canistro. L’ultima offerta è stata protocollata ieri mattina nella sede del Comune in “zona Cesarini”, circa quindici minuti prima delle tredici, vale a dire il termine massimo stabilito nel bando che dava 45 giorni di tempo per la presentazione delle domande. Le buste sono rigorosamente anonime, e la data per la loro apertura è stata fissata al 27 dicembre. C’è però una condizione: le buste potranno essere aperte solo se il Tar, che si riunisce il 21 per esaminare la questione, respingerà il ricorso presentato da Camillo Colella, proprietario del marchio e dello stabilimento Santa Croce.

Ma qualche indiscrezione, circa la “paternità” delle offerte, circola già. Due delle persone che hanno portato materialmente le buste in Comune, infatti, sono ben conosciute. La prima, sarebbe riconducibile proprio alla società Italiana Beverage, di proprietà di Camillo Colella, che fino a pochi mesi fa aveva in uso la concessione e imbottigliava la Santa Croce. La seconda, invece, risulterebbe collegata alla società Acqua di un noto ingegnere marsicano. Segreta l’identità degli altri concorrenti, che nessuno in Comune conosce.

«Presumiamo», dice l’assessore alle attività produttive del Comune di Canistro Ugo Buffone, «che si tratti di rappresentanti di aziende di fuori regione. Del resto, eravamo a conoscenza del fatto che c’era molto interesse intorno alla nostra sorgente da parte di grandi operatori che detengono fette importanti di mercato. La cosa che mi è sembrata stranissima», ha aggiunto, «è stata la domanda portata da un funzionario della società di Colella, che da un lato fa ricorso al Tar perché ritiene irregolare il bando, dall’altro presenta la domanda per partecipare all’assegnazione della concessione. Sono veramente stupito».

Il 21 dicembre è fissata l’udienza nel corso della quale il Tar deciderà sulla sospensiva alla luce del ricorso presentato da Camillo Colella. Nel ricorso i legali dell’imprenditore molisano hanno sostenuto, tra l’altro, l’assenza della Valutazione di impatto ambientale e del Piano di tutela delle acque, che la Regione avrebbe dovuto adottare. Colella, commentando la vicenda, aveva detto che la sospensiva rappresenta «l’ulteriore conferma delle illegittimità e degli abusi commessi dalla Regione, che per la seconda volta ha varato una gara non regolare. Ci stiamo rimettendo tutti: oltre a me, dipendenti, sindacati, indotto e territorio».

Se il Tar dovesse decidere di respingere il ricorso, allora il 27 dicembre la commissione potrebbe riunirsi per l’apertura delle buste. «La commissione», spiega ancora l’assessore, «avrà 15 giorni di tempo per valutare le offerte pervenute». Tra i criteri ci sono il piano industriale, la stipula di un accordo di programma con Comune e Regione, e soprattutto l’impegno a riassumere almeno 50 dei dipendenti che sono stati già licenziati o che lo saranno nelle prossime settimane. Quindici dei cento punti previsti dal bando andranno a chi si impegnerà a versare annualmente un contributo a compensazione di eventuali danni prodotti.

«Il Comune», aggiunge l’assessore alle attività produttive, «ha già messo a disposizione dei siti dove insediarsi». Questo, naturalmente, nel caso in cui la concessione andasse a una società diversa da quella che l’ha gestita fino a pochi mesi fa, e che un suo stabilimento già ce l’ha. «La nostra», conclude Buffone con una punta di orgoglio, «è l’acqua migliore d’Italia. Dalla sorgente sgorgano 380 litri al secondo, un fiume di purezza, dei quali 50 andranno nello stabilimento per la captazione. Significa che chi si aggiudica il bando potrà commercializzare oltre un miliardo di bottiglie l’anno».

©RIPRODUZIONE RISERVATA