Scoperti reperti del tempio di Ercole

Ammassati dentro una cisterna per far posto alle capanne dei terremotati

MASSA D'ALBE. Tornano alla luce i resti del tempio di Ercole. Erano stati gettati in una cisterna per la raccolta delle acque per dare spazio alle nuove strutture dopo il sisma del V secolo dopo Cristo. Potrebbe essere stato un terremoto, infatti, a distruggere la piazza antistante il tempio dedicato al culto dell'eroe greco. Negli ultimi giorni, infatti, gli archeologi della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo hanno seguito delle tracce nel piazzale dell'edificio e hanno scoperto le mura perimetrali di una cisterna utilizzata per la raccolta delle acque. Il "fiuto" degli addetti ai lavori è stato seguito da una serie di scavi che hanno riportato alla luce un'opera architettonica pensata per raccogliere le acque nella piazza del tempio. La cisterna, meticolosamente ripulita dagli archeologici sotto l'occhio vigile di Emanuela Ceccaroni, funzionario della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo, celava in sé un altro tesoro: i resti del tempio di Ercole.

«Abbiamo ripreso lo scavo dopo due anni perché sapevamo che sotto terra c'era dell'altro», ha spiegato la dottoressa Ceccaroni, «nella piazza avevamo già trovato dei cippi con le iscrizioni di Ercole e delle decorazioni in terracotta, oltre ai resti del porticato del santuario. Scavando in questi giorni abbiamo trovato le tracce della cisterna e piano piano è riemersa anche la struttura usata per la raccolta delle acque. Probabilmente nella cisterna, posta nel piazzale antistante il tempio, confluiva l'acqua attraverso dei canali che ancora non sono emersi».

Oltre all'opera architettonica innovativa, che al termine dello scavo potrà essere ammirata, negli ultimi giorni da Alba Fucens è riemerso un altro grande tesoro che permetterà agli studiosi di aggiungere un tassello in più per la ricostruzione del tempio di Ercole. «Quando è stata scoperta la prima parte della cisterna ci siamo accorti che era piena di frammenti», ha continuato la Ceccaroni mentre ammirava con soddisfazione gli archeologi al lavoro, «abbiamo iniziato a svuotarla e mentre tiravamo fuori i resti ci siamo resi conto che si trattava delle macerie del tempio. Probabilmente a seguito di un sisma del V secolo l'edificio e il piazzale antistante sono crollati e per sgomberare il campo e lasciarlo libero per nuovi insediamenti tutti i resti sono stati gettati nella cisterna. Abbiamo trovato diversi materiali e addirittura le ossa di alcuni animali».

Mentre gli occhi degli archeologi brillano per la gioia di scoprire tracce di un passato sempre celato da un velo di mistero, la responsabile della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo è alla ricerca di altri dettagli che possono avvalorare la tesi del sisma. «Siamo certi che anche le mura perimetrali del tempio siano cadute a seguito di un terremoto», ha concluso l'archeologa, «l'abbiamo trovato a terra, con la parte superiore in argilla, mantenuto nel tempo. Le capanne ricostruite sulla piazza del tempio nel V secolo sono stati sicuramente gli ultimi insediamenti di Alba Fucens». (e.b.)