Scuola elementare, gli alunni divisi per nazionalità

Pratola Peligna, polemica per la scelta delle prime classi Il nuovo preside: «Non ne sapevo nulla, farò il sorteggio»

PRATOLA PELIGNA. Classi scolastiche assegnate in base alla nazionalità dei ragazzini. La distinzione a dir poco fuori dal comune è stata messa in atto nelle prime classi elementari delle scuole dell'istituto “Tedeschi” di Pratola Peligna. In particolare nella scuola di Valle Madonna sono state realizzate due sezioni separate in base alla nazione di appartenenza degli alunni iscritti al primo anno. Distinzione che sarebbe nata da un accordo tra le famiglie, comprese quelle degli immigrati, per avere classi più rispettose delle frequentazioni extrascolastiche dei propri figli. Accordo avvenuto approfittando anche del cambio di presidenza previsto in quest'anno.

In pratica, andato in pensione il dirigente Renato Di Cato e in attesa della nomina del nuovo, Raffaele Santini, si sarebbero verificati accordi e pressioni per avere classi differenziate. Attività spinte sino a prevedere probabili assegnazioni di professori da destinare a scuole per italiani diversi da quelle per stranieri. Il fatto però non ha accontentato tutti. Così in quelle a maggioranza di stranieri è capitato qualche alunno italiano. Da qui la protesta per evitare condizioni evidentemente giudicate spiacevoli per i ragazzi nati in Italia e finiti in una classe con troppi stranieri. «Mi avevano detto che era tutto in ordine», ha spiegato il nuovo preside Raffaele Santini, «lunedì (oggi per chi legge) provvederò direttamente a mettere mano alla formazione delle classi e, se necessario, faremo un'estrazione per ristabilire le regole. Inoltre, la composizione delle classi potrebbe avere una sua logica nel momento in cui si andassero a valutare altri aspetti, ma è chiaro che la scuola deve avere valenze diverse da quelle che si vogliono imporre». Intanto, si avvicina il suono della prima campanella che rischia di dare il via a un anno basato se non su razzismo, almeno su distinzioni per nazionalità. Il tutto in un paese di circa 8mila abitanti che vanta una forte storia di emigrazione e di accoglienza. Tanto che dai 391 immigrati del 2005, il tessuto sociale di Pratola oggi ne ospita 600 di cittadini di altre nazionalità. La comunità più numerosa è composta dagli albanesi seguiti dai romeni, macedoni, sudamericani e marocchini. Persone attive a Pratola che solo lo scorso anno organizzarono, con il benestare del Comune, una scuola di madrelingua albanese destinata ai ragazzi immigrati e agli italiani. Ora questa brutta pagina da chiudere al più presto.

Federico Cifani

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