«Se ne va un amico, una persona perbene»

Conoscenti increduli. La sua segretaria: mi ha salutato come sempre, chi poteva immaginare?

SULMONA. «Questa sera chiudi tu. Io ho da fare». Sono le ultime parole rivolte da Antonio Di Stanislao alla sua segretaria Rosaria Giampaolo, ieri pomeriggio, prima di andare via dall’ufficio di via Papa Giovanni XXIII, dove l’assicuratore stipulava polizze e incontrava i clienti. «Era sempre lui l’ultimo ad andare via e mi è sembrato strano che mi chiedesse di farlo. Era tranquillo, così come sempre. Mai avrei immaginato quello che aveva in mente di fare». Sconvolto anche l’altro collaboratore che gestiva con Di Stanislao, l’agenzia di assicurazione. «Era una persona tranquilla e affabile», ricorda Diego Liberatore, «mai aveva dato l’impressione di soffrire particolarmente il momento di crisi. Sapevo che esisteva un piccolo buco da coprire. Mi sembra 30/40 mila euro che diceva di voler ripianare. Se c’erano altre situazioni non lo so anche perché era lui che teneva la contabilità. Di certo non avrei mai immaginato che arrivasse a uccidersi per una cosa poteva risolvere». La notizia della morte dell’assicuratore ha colpito tutti quanti lo conoscevano. Anche il gestore del bar Carioca, a pochi metri dal tribunale di Sulmona, esprime tutto il suo sconforto. «Era una persona stupenda», ricorda Filippo, «veniva due volte al giorno a prendere il caffè e parlavo sempre con piacere con lui perché ci univa la passione per la Roma. Giovedì mattina dopo aver letto il Corriere dello sport e la formazione che Garcia avrebbe fatto scendere in campo si è un po’ arrabbiato: «Ma è piena di riserve, va a finire che ci buttano fuori anche dalla Coppa Italia”. Non so se alla fine è riuscito a vedere la partita. So solo che con lui perdo un vero amico». «Nulla lasciava presagire un gesto del genere», il commento incredulo del sindacalista della Cisl, Dante Carrabbia, «ho parlato con lui proprio giovedì mattina vicino all'agenzia. Era una persona brillante». (c.l.)

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