i pareri dei residenti

«Servono impianti sportivi e spazi serali per i giovani»

CAPISTRELLO. All’appuntamento elettorale il popoloso centro dei Piani Palentini arriva stremato. Alla grave crisi economica nazionale, che ha lasciato a spasso centinaia di capistrellani occupati in...

CAPISTRELLO. All’appuntamento elettorale il popoloso centro dei Piani Palentini arriva stremato. Alla grave crisi economica nazionale, che ha lasciato a spasso centinaia di capistrellani occupati in cantieri edili, sparsi un po’ in tutta Italia, si è aggiunto, nel 2010, il dissesto finanziario del Comune che ha indotto l’ex giunta Scatena a dichiararne il fallimento e a gettare la spugna. Un buco nei conti pubblici di 6 milioni. Per colmarlo il nuovo esecutivo, guidato da Antonino Lusi, ha dovuto spremere fino all’osso i cittadini. Applicando al massimo le aliquote delle imposte comunali e tagliando drasticamente le spese. A scapito dei servizi. Alla fine i conti sono stati risanati. Le premesse, pertanto, perché Capistrello si risollevi ci sono. Molto dipenderà da quello che la nuova amministrazione saprà fare. Ad essa i cittadini non chiedono la luna. Ma di garantire una “buona amministrazione”. Che, secondo Salvatore Romano, bancario in pensione, consiste «nell’abbassare le tasse, migliorare i servizi, riorganizzare il personale amministrativo e rilanciare l’agricoltura e il turismo». Icli Scatena, conosciuto nel mondo del calcio per avere allenato squadre come l’Avezzano e il Sulmona, è rammaricato per avere dovuto chiudere, per mancanza di strutture, la scuola-calcio, che oltre al alimentare il vivaio del Capistrello, toglieva dalla strada tanti ragazzi. Da qui l’appello al Comune di ultimare il campo sportivo di Corcumello, da mettere a disposizione dei giovanissimi, dato che quello di Capistrello – dovendosi allenare la prima squadra – non è disponibile.

«Il nuovo sindaco», dicono con forza Isabella Lodini, Marina Sebastiani, Rossana Di Domenico, tre giovani madri, avvicinate mentre passeggiano in via Roma, «deve assolutamente fare qualcosa per i nostri ragazzi». Ma cosa può fare il Comune per loro? Marco Fantozzi, Elena D’Orazio, Francesco Doto, Luca Persia, quattro ragazzi seduti davanti al bar, un’idea ce l’hanno. «Bisogna puntare sulle cooperative», affermano, «alcune potrebbero occuparsi della valorizzazione del patrimonio storico-monumentale e della tutela dell’ambiente; altre, accedendo ai fondi statali, avviare delle attività imprenditoriali nel settore agro-pastorale». I giovani non solo non trovano lavoro, ma la notte si vedono anche costretti a prendere l’auto e andarsene ad Avezzano. Potrebbero tranquillamente rimanere a Capistrello, dato che alcuni bar dispongono di spazi adeguati per tenere degli spettacoli. Ma chiudono presto. «Alle 2», spiega Stefano Marchesani, titolare del bar “Le Roi”, «dobbiamo assolutamente chiudere. Così, i ragazzi salgono in macchina e se ne vanno ad Avezzano e in altri locali della Marsica, col rischio, avendo già bevuto qualche bicchiere di troppo, di finire fuori strada o di vedersi ritirare la patente. Posticipando di qualche ora la chiusura, questo pericolo si potrebbe scongiurare».

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