L’INTERVENTO<BR>

Sessant'anni fa la morte di Jatosti, primo sindaco del Dopoguerra

Antonio Jatosti, appartenente ad antica famiglia avezzanese, nasce nella nostra città il 7 gennaio 1877. Da sempre impegnato nel movimento operaio e contadino, è protagonista nelle lotte per l'occupazione delle terre del Fucino e nella organizzazione delle Leghe Operaie, fervente propagandista socialista, primo segretario della Camera del Lavoro. Il terremoto del 1915 annienta intere famiglie e sotto le macerie periscono ben 14 Jatosti, tra i quali la figlia Anna (di appena 23 mesi) e la consorte. Antonio, che il 13 gennaio 1900 aveva sposato Maria Candida Orlandi, si salva assieme alla figlia primogenita Costantina ed al secondogenito, il tredicenne Prampolino, che farà molto parlare di sé per l'attività antifascista. Nel 1911 ad Avezzano il Psi si costituisce ed elegge il direttivo nelle persone dell'onorevole Giovanni Cerri, di Luigi Vidimari, Carlo Pace e Antonio Iatosti che, nell'aprile 1914, ne sarà segretario provinciale. Memorabile resta il comizio tenuto nel 1911 a Balsorano, assieme all'onorevole Eugenio Chiesa e all'avvocato Luigi Vidinmari, per «commemorare l'eccidio in cui un contadino ha versato il suo sangue innocente»: Iatosti porta il saluto del Partito Socialista, del quotidiano Avanti e dell'Associazione Democratica.  Nota ed apprezzata è anche la sua attività di pubblicista. Nel 1912 dà alle stampe La Refezione nelle scuole elementari, un interessante volumetto nelle quali, in modo appassionato e documentato, sostiene la necessità e l'utilità della istituzione nelle scuole della refezione. I suoi articoli, quasi sempre polemici, appaiono frequentemente su periodici locali e su quotidiani a diffusione nazionale. Memorabili sono i suoi racconti scritti in vernacolo, la sua lingua madre della quale è impareggiabile maestro. Dopo aver fondato la Camera del Lavoro, è sempre presente durante i convegni sulla cooperazione e nelle riunioni in Prefettura per la interminabile vertenza contro Torlonia. Nel 1920 partecipa alla Settimana Rossa in Abruzzo e milita nella Lega Proletaria dei Mutilati: il suo carattere focoso lo pone, talvolta, in dissenso con Filippo Carusi, Berardino Villa (che lo definirà anello debole della catena) e Pietrantonio Palladini. Dopo il 1925 sono in pochi ad entrare in lotta contro il fascismo e tra essi l'on.le Camillo Corradini (ex sottosegretario nel governo Giolitti), Ario Gallese, il notaio Saturnini. Nel 1929 vengono arrestati per 15 giorni Pietrantonio Palladini, Filippo Carusi e Antonio Iatosti. Nel 1946 è eletto sindaco della città: molto si dovrebbe raccontare sulla sua attività amministrativa ma questo discorso richiederebbe tanto spazio di cui non si dispone. Nel 1948, essendosi candidato come senatore nelle liste del Psdi "saragattiano", il Psi lo espelle dal novero dei propri aderenti. Alle elezioni amministrative del 1951 la Dc stravince e Iatosti è coinvolto nella rovinosa caduta della sinistra: dopo qualche mese, il 31 agosto 1951, muore all'età di 74 anni. Anche il periodico Il Fucino, vicino agli ambienti governativi e in modo particolare alla Dc, dopo un mese pubblica un necrologio: «Si è spento il prof. Antonio Jatosti, benemerito della pubblica istruzione: fin da giovanissimo abbracciò la fede del socialismo. Era profondamente apprezzato da tutti per la lealtà del suo carattere e per la sua dirittura morale. Il suo più grande amore, a cui è rimasto fino all'ultimo fedele, è stato Avezzano».