Sesso e droga davanti alla figlia minorenne: condannata

Confermata in appello per la madre la pena di due anni e due mesi. Nei guai anche il compagno 35enne di Celano

AVEZZANO. Costringeva la figlia minorenne (all’epoca dei fatti, nel 2010) a guardare durante i rapporti sessuali con il compagno, oppure mentre faceva uso di droga, maltrattandola e picchiandola tra le pareti domestiche. La donna, residente a Celano, dovrà scontare due anni e due mesi di reclusione. Lo ha stabilito la Corte d'appello dell'Aquila che ha confermato la pena di primo grado nei confronti di una donna di cui non forniamo il nominativo per tutelare la riservatezza della figlia. L'allora compagno della giovane straniera, un celanese di 35 anni, è indagato per violenza sessuale nei confronti della minorenne. La Corte d’Appello dell'Aquila, presieduta da Armanda Servino, ha confermato la sentenza del giudice del tribunale di Avezzano Anna Carla Mastelli a carico della polacca che doveva rispondere di maltrattamento e minaccia aggravata nei confronti della figlia minore, oggi maggiorenne e allontanatasi dalla madre. Gli episodi di violenza, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri della locale stazione, sembra fossero innumerevoli, soprattutto per l'ambiente familiare in cui era costretta a vivere la ragazzina. Un altro procedimento penale davanti al tribunale collegiale di Avezzano, sempre nei confronti della madre e dell’allora suo compagno, si terrà l'11 gennaio prossimo. I fatti di violenza, che risalgono all'estate del 2010, sarebbero avvenuti durante il periodo di convivenza della coppia. La coppia avrebbe avuto un atteggiamento minaccioso con l’uso di un coltello nei confronti della ragazzina a cui venivano chieste prestazioni sessuali. Solamente grazie all’intervento di una sua amica riuscì a fuggire e a rifugiarsi in una casa famiglia. «La minore», ha affermato il suo difensore Roberto Verdecchia, «aveva 16 anni. Reduce da uno scenario crudele, oggi attende che venga fatta chiarezza e giustizia anche su questi episodi. La ragazza, nonostante i traumi subiti, conduce una serena vita familiare e ora è a sua volta una mamma». (p.g.)
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