Sgomento in paese per la fine del ragazzo

Leombruni: «Siamo addolorati. La situazione lì è ormai gravissima e questa è una morte assurda»

PRATOLA PELIGNA. Sgomento nella nutrita comunità italo-venezuelana di Pratola Peligna. In molti hanno espresso solidarietà per la tragica fine di Dino Rubens Tomassilli, 25enne ucciso da un colpo di pistola sparato da malviventi che volevano rubargli l’auto con cui lavorava come tassista. L’omicidio è avvenuto a Maracay, città a qualche centinaio di chilometri da Caracas, la capitale dello stato sudamericano alle prese con una profonda crisi economica e sociale. Una condizione drammatica, particolarmente sentita in Centro Abruzzo, da dove sono partiti appelli alle autorità e raccolte di farmaci per portare aiuto alla popolazione del Venezuela.

«Siamo addolorati. Una morte assurda, anche se le statistiche parlano di migliaia di persone uccise ogni anno», ha detto Edoardo Leombruni, medico e presidente dell’Associazione italo-latinoamericani in Italia (Ali), impegnata nella raccolta farmaci. «Un paese in mano a bande di criminali. Basti pensare che Caracas, in termini di pericolosità, ha superato l’ultima città del mondo che era San Pedro Sula in Honduras. Non è escluso che il giovane sia stato ucciso da una banda. Inoltre, la crisi sta aggravando la situazione dei tanti venezuelani e dei tantissimi nostri connazionali che vivono lì. Come associazione stiamo raccogliendo farmaci e in questo momento serve di tutto. Abbiamo fatto delle spedizioni, ma dobbiamo farne altre». Proprio sulla drammatica condizione del Venezuela, dove si calcola che siano oltre 2 milioni gli italiani emigrati, molti dei quali provenienti anche dalla Valle Peligna e da altre zone d’Abruzzo, in passato erano stati lanciati appelli da parte delle istituzioni locali. Sulla questione era, infatti, intervenuto anche il sindaco e presidente della Provincia Antonio De Crescentiis con una lettera al premier Matteo Renzi. Un tentativo per spingere l’opinione pubblica e la comunità internazionale ad accorgersi anche del dramma del popolo venezuelano. Di fatto, però, la condizione dello stato del Sudamerica non è migliorata, anzi nel tempo la delinquenza e le bande criminali organizzate hanno preso il sopravvento in diverse zone del paese. Per questo molti tra gli emigrati, anche di seconda generazione, hanno cercato di trovare un futuro in Italia. Una strada tentata anche da Dino Rubens Tomassilli che sino a qualche mese fa aveva cercato un lavoro e una nuova vita nella Valle Peligna. (f.c.)

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