Sgravi post-sisma: una partita a scacchi da cento milioni

L’incubo della restituzione al 100% imposta dall’Europa riaccende la mobilitazione di imprese e associazioni

L’AQUILA. Una partita a scacchi. Da una parte c’è l’Unione europea, con le sue procedure di infrazione in virtù del principio della concorrenza sleale. Dall’altra ci sono 105 aziende, quelle che hanno ricevuto agevolazioni fiscali al di sopra del tetto del de minimis (200mila euro). Non 115, come si pensava inizialmente, perché nell’arco di questi sei anni del post-terremoto dieci aziende hanno chiuso i battenti oppure, nel migliore dei casi, sono diventate qualcos’altro. Una partita da almeno 100 milioni.

È questo, secondo una stima, l’ammontare degli sgravi fiscali potenzialmente da restituire per le aziende che non riescono a dimostrare di aver subìto danni, qualora l’orientamento della Commissione europea trovasse applicazione fattiva. Una somma che già di per sé fa paura, ma che potrebbe diventare ben più ampia: il carico fiscale nell’area del cratere negli anni in cui è stata applicata la sospensione di tasse, tributi e contributi raggiunge il miliardo. Se si considera una riduzione del 60%, si ottengono circa 600 milioni di imposte non versate o dilazionate. Questo naturalmente considerando anche le imprese e i professionisti che hanno ricevuto aiuti inquadrati all’interno del cosiddetto regime de minimis a prescindere dal fatto che l’Europa non giudica che gli aiuti minori siano d’impatto sulla concorrenza.

UN NERVO SCOPERTO. «Bisogna resistere con ogni mezzo», attacca il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, «perché sarebbe una follia procedere alla restituzione delle tasse sospese e ridotte a seguito del sisma: sarebbe un massacro». Una questione irrisolta. Massimiliano Mari Fiamma, segretario generale di Apindustria L’Aquila, ricorda che «da quando, ormai tre anni fa, esattamente il 18 agosto, si tenne a Roma la riunione plenaria con i ministeri del Tesoro, del Bilancio e della Coesione territoriale e una nostra rappresentanza guidata dall’onorevole Lolli, ogni anno, puntualmente tra il 16 e il 18 agosto, arriva la “mazzata” delle tasse. Anche se tali sgravi furono introdotti dal governo italiano già dal 2002», spiega, «l’organismo di Strasburgo punta il dito, in particolare, sulle imprese che non avrebbero subìto danni dal sisma».

«I BUROCRATI». Sono in molti, come Mari Fiamma, a puntare il dito contro «i burocrati che magari, nel silenzio estivo, cercano di mascherare le gravi colpe dei propri uffici». E le responsabilità tirate in ballo sono quelle nazionali, incapaci di far capire all’Europa che i danni del sisma vanno ben oltre gli aspetti materiali. «Si pensi, ad esempio, al villaggio costruito per i dipendenti della Sanofi Aventis», spiega l’esponente di Apindustria, «così come alle ripercussioni sulla produttività che hanno impedito a molti di abitare all’Aquila. Per questo», incalza, «auspichiamo un’azione comune di tutte le parti sociali territoriali, al fine di giungere all’individuazione dei colpevoli, nomi e cognomi, delle mancate comunicazioni all’Ue e, unitamente ai dirigenti regionali dell’Agenzia delle Entrate, Inps e Inail, regionali e nazionali, di procedere nei loro confronti in termini di legge chiedendone la loro rimozione immediata». Di fatto, tuttavia, come viene rilevato da Apindustria, allo stato attuale, «l’Agenzia delle Entrate, che finora si è tenuta al riparo da ogni azione preventiva, stavolta sembra aver abbracciato la prassi di Inps e Inail che, già a suo tempo, avevano provveduto a cancellare una legge dello Stato (quella relativa agli sgravi fiscali) con una circolare interna». Per il segretario si dovrà inoltre «procedere a un incontro con il governo che conduca subito dopo a Bruxelles dove una delegazione qualificata del nostro territorio affronterà l’argomento senza l’intervento degli inetti funzionari statali che ci hanno condotto a questo punto».

LE REAZIONI. Sdegno da parte di forze politiche e sindacali, a partire dal sindaco Massimo Cialente, il quale definisce la richiesta dell’Ue «vergognosa, ingiustificabile, inaccettabile». Di qui la necessità di fare opposizione «con ogni mezzo. Ciò soprattutto perché ritenere che una qualsiasi impresa, grande o piccola che sia, non abbia sofferto terribilmente le conseguenze drammatiche di un sisma che in Italia ha precedenti solo nella tragedia di Messina e Reggio Calabria, è semplicemente offensivo». Il consigliere regionale Pd Pierpaolo Pietrucci critica «una decisione sbagliata alla radice, di fronte a un sisma che ha messo in ginocchio un’intera comunità». La Cgil con il segretario Umberto Trasatti e la Cna di Agostino Del Re promuovono un tavolo tecnico tra istituzioni e associazioni. L’azione è sostenuta anche da Ezio Rainaldi, delegato di Confindustria per la ricostruzione.

Fabio Iuliano

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