Sisma, Bertolaso denunciato per omicidio colposo

La telefonata tra l'ex capo della Protezione civile e l’ex assessore regionale Daniela Stati, in cui la riunione della commissione Grandi rischi del 31 marzo 2009 viene definita "un'operazione mediatica", fa scattare un esposto in Procura dell'avvocato Valentini

L'AQUILA. La telefonata fra Guido Bertolaso e l'ex assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati (rivelata dal sito di Repubblica) nella quale la riunione della commissione Grandi rischi del 31 marzo 2009 viene definita una «operazione mediatica» - e quindi fatta solo per rassicurare la popolazione e senza alcun fondamento scientifico - non ha provocato solo reazioni sdegnate da parte di tanti aquilani. Ieri mattina un avvocato, Antonio Valentini, si è presentato in Procura e ha consegnato un esposto nel quale scrive: «Alla luce di tale novità (la telefonata ndr) non vi è dubbio che il dottor Guido Bertolaso debba essere ritenuto responsabile di omicidio colposo in cooperazione con gli imputati nel processo Grandi rischi. La cooperazione colposa secondo l'insegnamento della Suprema Corte di Cassazione ha una struttura molto agile non richiedendo neanche, e financo, la consapevolezza del carattere colposo dell'altrui condotta».

E' probabile che già nei prossimi giorni la Procura chieda l'acquisizione dell'originale della telefonata che fa parte del fascicolo d'inchiesta sul G8 della Maddalena, G8 che poi fu spostato all'Aquila.

Antonietta Centofanti, del Comitato Vittime della casa dello Studente ieri ha diffuso la seguente nota: «Lo Stato non può seppellire ciò che uccide. Questo pensammo quel venerdì 10 aprile del 2009 e decidemmo di riportare il nostro ragazzo, appena 19 anni, a "casa", rifiutando la vetrina mediatica e indecente dei funerali di Stato. Oggi l'ennesima sconvolgente intercettazione testimonia che quella fu una scelta giusta e lucida, pur se dolorosa, perché la solitudine rende il dolore ancora più aspro. Ho pena di questa città ferita, vilipesa, attraversata da corsari di ogni fatta e di ogni credo che saccheggiano, derubano, ridono nella notte, pensando agli affari o manovrano per accaparrarsi la benevolenza dei potenti. Come fece il signor Bertolaso che la mattina dei "solenni" funerali si affaticava, rozzamente, per recuperare "un posto in prima fila" al salvatore della patria di turno: l'ex premier, intrufolato tra i familiari delle centinaia di vittime innocenti, assassinate dalla indifferenza, dalla incuria, dalla superficialità, dalla tracotanza di chi avrebbe dovuto, invece, predisporre misure di prevenzione, tra cui anche una corretta informazione ai cittadini. "Li faccio venire a L'Aquila o da te o in Prefettura, a me non me ne frega niente" dice Bertolaso alla Stati, neo assessora alla Protezione Civile, annunciando l'invio di un gruppo di sapienti (la commissione Grandi Rischi) "per mettere a tacere qualche imbecille". E aggiunge "E' più una operazione mediatica, hai capito?". Ma la morte non è mediatica, la morte è l'assenza di chi ami, una assenza "per sempre", che ti sconvolge la vita. Bertolaso dovrà tornare all'Aquila ai primi di febbraio per essere interrogato nell'ambito del processo alla Commissione Grandi Rischi. Come affronterà lo sguardo di chi quella notte ha perso ciò che aveva di più caro?».

Ieri anche il Pd è tornato sul colloquio telefonico fra Bertolaso e la Stati che, va ricordato, risale al 30 marzo del 2009.

Per l'assessore comunale Stefania Pezzopane «quanto è accaduto rappresenta uno scandalo internazionale. Non si è mai vista una commissione scientifica comportarsi come purtroppo qui è accaduto. Queste intercettazioni hanno confermato che l'apparire contava molto più dell'essere, che bisognava far credere a tutti che la grande scossa non ci sarebbe stata. E, a ormai tragedia avvenuta, che il governo era efficiente, che le case sarebbero bastate per tutti, come pure i soldi per la ricostruzione. Fandonie, solo fandonie accompagnate da tanto cinismo». Per il deputato Giovanni Lolli «le affermazioni di Bertolaso, intercettate e rese pubbliche, hanno portato a galla una situazione gravissima. Ascoltando quelle registrazioni abbiamo avuto la conferma dello snaturamento della protezione civile che, da strumento dello Stato è diventato strumento politico al servizio del governo Berlusconi».
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