Sisma L'Aquila, la Corte dei Conti accusa: "Morosi di comodo negli alloggi"

I giudici contabili parlano di "comunità in difficoltà morale e materiale". Il nodo della gestione: sotto esame l’appalto alla Guerrato dal primo luglio

L’AQUILA. «Pochi morosi di necessità e molti morosi di comodo». Se la condanna del tribunale contabile è per sindaco, assessore, ex assessore e dirigente, a leggere tra le pieghe delle 146 pagine di sentenza della Corte dei Conti si scorge un pesante giudizio di censura nei confronti di quanti hanno approfittato del «caos» e della «disorganizzazione» del Comune. Del resto, a pagina 140 gli stessi magistrati contabili parlano di «momento di particolare difficoltà morale e materiale per la comunità cittadina» quando fanno riferimento al periodo post-terremoto. Se Massimo Cialente, Fabio Pelini, Alfredo Moroni e Patrizia Del Principe se la caveranno, male che vada, con un esborso pari al 10% della sanzione irrogata (150mila euro in tutto), magari da pagarsi con l’assicurazione, ancora una volta la città esce a pezzi da una vicenda che, ben lungi dall’essere conclusa dal punto di vista del giudizio contabile, sta di nuovo deflagrando con le mille problematiche legate a canoni, bollette e mancata manutenzione.

Insomma, il Progetto Case, pieno o vuoto che sia, continuerà a essere una bomba a orologeria in grado di esplodere da un momento all’altro. E di fare danni. La sentenza, allora, si cala in un quadro d’attualità che non lascia tranquilli.

L’affidamento della gestione alla ditta Guerrato, che dovrebbe prendere in carico i lavori dal primo luglio, terminata la gestione provvisoria prorogata alla Manutencoop, è ancora in fieri. Il Comune sta verificando la documentazione perché l’offerta con un consistente ribasso (41,6% su 1,2 milioni) potrebbe essere ritenuta anomala. «Appalto catastrofico», per dirla con l’Ugl. Con questi importi, insomma, non si sa se si riuscirà a coprire tutto il servizio, pulizie, manutenzione, verde e altro. Ben lontani i tempi dei 3 milioni l’anno erogati dalla Protezione civile. Ora la patata bollente è del Comune che non ha ricevuto più i soldi per la gestione. Nelle more della predisposizione della gara si è proseguito con la gestione Manutencoop, tuttavia gli oneri di manutenzione hanno chiamato in causa, giocoforza, i cittadini. Il nodo della gestione del Progetto Case, sentenza a parte, non è stato ancora sciolto. Tramontata l’idea della società mista pubblico-privato per la gestione sarebbe ora di pensare a una gara non per sei mesi per cercare un soggetto in grado di garantire tutti i servizi a costi competitivi. La questione è nelle mani del sindaco Massimo Cialente che detiene la delega sfilata all’assessore Lelio De Santis che si è occupato dell’avvio della risistemazione della complessa materia, come gli viene riconosciuto dagli stessi giudici contabili. «Il nuovo delegato», si legge nella sentenza, «ha dato corso a quelle attività omesse dai suoi predecessori e dal sindaco, definendo le iniziative di riscossione dei canoni e di applicazione delle sanzioni della decadenza e della risoluzione del contratto nei confronti dei morosi “un dovere amministrativo”, rilevando questa convinzione evidentemente dalle disposizioni contenute nelle delibere consiliari in tema di obblighi e di sanzioni ai trasgressori».

Lo stesso De Santis mantiene la linea dura: «Bisogna andare avanti con la revoca degli alloggi per chi non paga. C’era un indebitamento di 11 milioni. In 12-13 mesi di gestione ne sono stati recuperati 7,5: non è cosa di poco conto. Abbiamo parlato chiaro e incontrato la gente. Abbiamo scongiurato anche il taglio delle forniture dei servizi. Un’operazione presa di petto e che va portata fino in fondo. Questo ha inciso non poco nella rivalutazione del caso fatta dalla Corte dei Conti».

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