Sisma nella Marsica, salva l'antica chiesa

Sopralluogo esclude danni a Santa Maria in Valle Porclaneta. Nove repliche strumentali

MAGLIANO. Santa Maria in Valle Porclaneta è salva. Una delle chiese simbolo dell'Abruzzo, che si trova a Rosciolo, non ha riportato danni dal terremoto di domenica. Lo ha accertato il sopralluogo eseguito ieri. Lievi danni, invece, per l'altra antica chiesa di Santa Maria delle Grazie. Quattro le case danneggiate dal sisma sprigionato dalla faglia del monte Carce, che è tornata in attività dopo quasi 107 anni.

I SOPRALLUOGHI. Sono proseguiti anche nella giornata di ieri, su disposizione del Comune di Magliano dei Marsi, per la verifica di eventuali danni causati dalla scossa di magnitudo 3.9 registrata alle 11,58 di domenica. I principali problemi si sono verificati nella frazione di Rosciolo, la località abitata più vicina all'epicentro. Quattro le abitazioni lesionate, anche se non risultano problemi di agibilità. Non ha subìto alcun danno, invece, l'antica chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta, come confermato al termine di un sopralluogo dall'assessore alle Frazioni del Comune di Magliano, Virginio Marini. «La chiesa era stata rinforzata negli anni scorsi», commenta Marini. Piccole parti di affreschi sono cadute dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, nel centro di Rosciolo, già danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009. Lezioni regolari nelle scuole di tutta la Marsica.

LE REPLICHE. Da domenica, sono state nove le scosse di assestamento. Tutte sono state di magnitudo tale da essere rilevate solo dagli strumenti e quindi non avvertite dalla popolazione. Lo ha reso noto l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma (Ingv). La più forte delle repliche, di magnitudo 1.6, è avvenuta alle 18,55 di domenica. Tutte le altre hanno una magnitudo compresa fra 0,9 e 1,5.

24 FEBBRAIO 1904. A questa data risale l'ultima scossa con epicentro Rosciolo. Erano le 15,53 quando la terra tremò con una magnitudo di 5.7. Molti i danni a Magliano e nella frazione di Rosciolo. Da quasi 107 anni, la faglia non liberava la sua energia. Il terremoto del 1904 anticipò di qualche anno quello ben più devastante di Avezzano.

LE FAGLIE. Ne parla Luca Valenzise, uno dei massimi esperti italiani, ricercatore dell'Ingv. «La faglia di Rosciolo è la porzione di una struttura sismogenetica che parte dal borgo sud est del Fucino, passando per Celano, poi sotto il Monte Magnola e fino alla Valle del Salto», spiega Valenzise, «ha una lunghezza complessiva di 60, 70 chilometri. Nella sua porzione meridionale, la faglia di Rosciolo è la sorella di quella che ha dato origine al terremoto del 1915. Si tratta di una delle principali faglie dell'Abruzzo. Immaginate un binario: quella che ha generato il sisma di Avezzano corre verso il Tirreno. Un altro binario, spostato verso nord est, corre verso l'Adriatico e ha dato origine ai terremoti del 6 aprile 2009 e del 1703. Due binari che controllano la sismicità maggiore dell'Abruzzo. Altre faglie si trovano sotto il Gran Sasso e la Maiella, fin verso la costa. L'Abruzzo è una regione molto mobile dal punto di vista tettonico. Per quanto riguarda la faglia di Rosciolo, non ci sono moltissimi studi. Si hanno notizie, invece, di un forte terremoto nel 1349 con epicentro nella Valle del Salto, 30 chilometri più a nord ovest di Rosciolo. Un sisma avvertito a Roma e che fece crollare anche parte del Colosseo. Tranquilli? Non si è mai in Abruzzo. Il grande terremoto del 1915 ha riempito uno spazio di tempo considerevole, perché bisogna pensare a una faglia come a una molla che si carica e si scarica. Quella faglia non dovrebbe dare vita a terremoti di una certa importanza. Diverso il discorso nella Marsica orientale: non si conoscono grandi terremoti storici, mentre si conoscono strutture sismogenetiche. In quella zona serve un minimo di attenzione perché non ci sono porzioni di roccia rotte in terremoti recenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA