la sentenza

Soldi spariti dal conto, risarciti due correntisti ad Avezzano

Bancario, falsando le firme dei clienti, utilizzò quei risparmi per giocare in borsa. L’istituto di credito condannato a restituire 60mila euro alle due persone truffate

AVEZZANO. Mettendo firme false faceva operazioni in borsa mai autorizzate da due correntisti della banca in cui lavorava e in pochi mesi ha dissolto tutti i loro risparmi. Dopo un lungo processo, il tribunale ha condannato un istituto bancario di Avezzano a risarcire due cittadini di una somma di 60mila euro. I fatti risalgono al 2001. D.L., di 40 anni e S.C., 70enne, entrambi di Avezzano, all’epoca erano titolari di un conto corrente e di un deposito titoli azionari in un’agenzia bancaria che si trova ad Avezzano. Il capitale monetario complessivo di cui erano titolari poteva essere quantificato in una cifra di circa quarantamila euro. Un capitale che col tempo avrebbe potuto anche fruttare altro denaro. Come sono riusciti a dimostrare gli avvocati Berardino e Callisto Terra, al quale poi i due avezzanesi si sono rivolti per far valere i loro diritti.

In sostanza, un dipendente dell’agenzia, mettendo firme false a nome dei due correntisti, in pochi mesi è riuscito a dissipare i risparmi di una vita. L’impiegato bancario, infatti, effettuava delle operazioni in borsa mai autorizzate dai due avezzanesi, ignari di quanto accadeva. Quando i due malcapitati si sono resi conto di quanto era accaduto, essendosi ritrovati all’improvviso al verde, si sono rivolti all’istituto bancario per avere spiegazioni. Consci del danno subìto, tramite i legali Terra hanno deciso di intraprendere la causa. Durante il procedimento civile, durato diversi anni, è stata anche chiesta una perizia calligrafica che ha accertato la falsità materiale di tutte le firme, rinvenute sugli ordinativi delle azioni bancarie. È seguita poi una seconda perizia, con cui è stata accertata la consistenza del danno economico arrecato ai due clienti della banca.

Si è trattato di una lunga battaglia giudiziaria fatta di documenti e perizie che si è conclusa con una sentenza depositata dal giudice Francesco Lupia. Il magistrato alla fine ha riconosciuto la grave responsabilità della banca e l’ha condannata a risarcire in favore dei suoi due clienti una somma di sessantamila euro.

«È inaccettabile che i risparmi di un lavoratore», ha commentato l’avvocato Berardino Terra, «vengano dissipati in modo illecito e senza il suo consenso. Ad ogni buon conto, della vicenda è stata informata anche la Banca d’Italia con un circostanziato esposto», ha concluso il legale. «Ora la Banca d’Italia, che è l’autorità di vigilanza sugli istituti di credito, potrebbe infliggere pesanti sanzioni economiche nei confronti della banca in questione».

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