Sos della mensa di Celestino: «Senza aiuti chiudiamo i battenti»

Il priore della Fraterna Tau Giorgi all’attacco: «La Regione non ha previsto i finanziamenti consueti Non sappiamo più come pagare le ultime bollette, il servizio potrebbe essere interrotto»

L’AQUILA. La mensa dei poveri si scopre povera. Se non troverà i fondi necessari e il sostegno delle istituzioni, il servizio della fraterna Tau attivo a piazza d’Armi, punto di riferimento per centinaia di persone, subirà un’interruzione. L’allarme viene lanciato da Paolo Giorgi che insieme a padre Quirino Salomone è tra i principali animatori della struttura.

«Nel turbinìo generale delle “ricostruzioni” all’Aquila», scrive Giorgi, «tutti sono impegnati su come dove e quando ripristinare la situazione antecedente il sisma. Cosa giusta, doverosa e opportuna. Ma non sarebbe altrettanto giusto doveroso e opportuno ricostruire il sistema sociale, le opere di assistenza?».

«Dopo oltre quattro anni dal sisma», aggiunge, «ci ritroviamo con una quantità di persone che richiedono le nostre attenzioni triplicate rispetto al periodo pre-sisma. Anche la qualità degli interventi è diversificata non essendo più sufficiente offrire il pasto caldo, ma bisogna assicurare la sopravvivenza sociale a tanti rimasti senza lavoro, senza attività, senza famiglia. Quando parliamo di queste cose, sembra di parlare di cose retoriche, avulse dalla realtà. Invece sono cose estremamente vere e quantificabili che, se non si affrontano con le dovute energie, rischiano di diventare un serio problema per la sicurezza sociale. La Fraterna, da subito dopo il sisma, offre i suoi servizi in maniera del tutto gratuita, con uno stuolo di volontari che non prendono neanche il rimborso spese. Di contro, le spese di gestione sono aumentate a dismisura, sia a causa delle aumentate richieste di assistenza (centro di accoglienza per donne con bambino e altri servizi) sia per l’aumento indiscriminato delle tariffe delle forniture. Oggi non sappiamo come pagare le ultime fatture di utenze (gas, luce, acqua, telefono) e i servizi rischiano di subire il collasso. A fronte di tutto ciò, il disinteresse istituzionale è quanto di più immorale e sconcertante ci possa essere. Abbiamo mandato una lettera a Regione, Provincia e Comune rappresentando le difficoltà di gestione economica. In fase di approvazione dell’ultimo bilancio regionale, si sono perfino dimenticati di inserire nel capitolo di spesa i finanziamenti consueti. Adesso bisognerà provvedere a integrare il provvedimento con una variazione, ma con un finanziamento per le mense caritative d’Abruzzo ridotto di circa la metà: la beffa è anche che qualcuno pretende anche i ringraziamenti per l’interesse mostrato (ancora comunque da verificare). La Fraterna, come tutte le associazioni impegnate in questo campo, svolge le sue attività in maniera sussidiaria, in sostituzione delle funzioni proprie dello Stato. Lo facciamo volentieri e gratuitamente. Vorremmo però farlo senza lo spettro e la minaccia del distacco delle utenze. Confidiamo che la politica, di ogni razza e orientamento, rifletta su questa vicenda e trovi il necessario coraggio».

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