Spari fuori dal locale, analisi del Ris 

Bossoli inviati allo speciale reparto dei carabinieri di Roma, sequestrati telefonini

AVEZZANO. Indagini dei carabinieri del Ris sui reperti sequestrati dopo la sparatoria avvenuta nella notte tra sabato e domenica di una settimana fa davanti alla discoteca The Ship di via Cavour e che ha portato al ferimento di un buttafuori. Gli investigatori del Reparto investigazioni scientifiche di Roma stanno analizzando un proiettile e i bossoli (tre quelli inesplosi) rinvenuti nel piazzale davanti al locale notturno, oltre ad alcuni telefonini sequestrati agli indagati. Si tratta di quattro persone, tutte di Avezzano e appartenenti alla locale comunità rom. Oltre al 48enne sospettato dagli investigatori fin dalle prime ore dopo la sparatoria, C.M., già sotto indagine, si sono aggiunte altre tre persone. La Procura di Avezzano ha iscritto anche M.M., A.M., V.M., tra i trenta e i cinquant’anni, tutti di Avezzano e appartenenti sempre alla locale comunità rom. Uno di loro è il figlio del 48enne. Devono rispondere del reato di porto abusivo e detenzione illecita di arma da fuoco, senza giustificato motivo. Uno di loro è il figlio del 48enne che deve invece rispondere del reato di lesioni personali aggravate dall’uso di armi. La Procura ha emesso, tramite il sostituto procuratore Luigi Sgambati, titolare dell’inchiesta, un decreto di convalida di sequestro nei confronti di C.M., su cui è stato eseguito il test dello stub per rilevare tracce di polvere da sparo. Il rom è accusato di essere la persona che ha premuto il grilletto raggiungendo con un colpo all’addome C.Z., buttafuori albanese, causandogli una ferita all’addome giudicata guaribile in 20 giorni. Gli investigatori hanno inviato al Tis di Roma tutti gli oggetti sequestrati, tra cui materiale balistico. Si tratta di un bossolo esploso calibro 22, appartenente al colpo che ha ferito l’uomo della sicurezza, e tre colpi inesplosi, probabilmente a causa di una pistola che si è inceppata e che per tre volte non ha sparato. I carabinieri stanno ancora cercando l’arma che ha esploso il colpo. Anche i tre proiettili ritrovati a terra, la sera dell’intervento, sono appartenenti a una pistola calibro 22. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, due dei quattro indagati, la sera della sparatoria avrebbero avuto una discussione in un altro locale nel centro di Avezzano con un altro albanese che farebbe parte dell’entourage di un’agenzia di sorveglianza e sicurezza. (p.g.)