«Spazio aperto nel cuore della città»

Ecco alcuni dettagli del restauro: una parte del cortile sarà un luogo di attraversamento pubblico

L’AQUILA. Mostre estemporanee, piccoli concerti e café chantant. Da luogo sottoutilizzato a spazio aperto alla città. A tutta la città: giovani, pensionati, turisti, amanti della cultura, della musica e della letteratura. Non solo: il palazzo, reso unico dalla presenza (non ci sono altri esempi in regione) di una balconata a quota variata del Novecento, e simbolo del legame che esiste tra vicissitudini delle famiglie nobili e architettura, «diventerà utilizzabile pubblicamente», spiega il direttore del lavori Giuseppe Di Girolamo.

«Nella parte anteriore saranno ospitate manifestazioni», prosegue. «L’altra parte sarà destinata a uffici pubblici. Ma l’aspetto più importante», aggiunge, «è che il palazzo avrà un uso urbano nella parte del cortile e del collegamento tra piazza Santa Maria Paganica e via Garibaldi: un luogo di passaggio pubblico costante, in cui la cittadinanza potrà accedere 24 ore al giorno».

Una destinazione che è stata chiara fin dall’elaborazione del progetto e condivisa anche dal governo russo. «Abbiamo voluto realizzarvi un percorso per il pubblico cittadino», spiega il responsabile dei lavori Berardino Di Vincenzo, «per cui si entrerà dalla piazza, poi, attraverso il corridoio d’ingresso, si salirà sullo scalone d'onore che conduce al piano con i suoi tre saloni monumentali: il più grande è di 100 metri quadrati, con camini altrettanto monumentali».

Particolare il recupero della volta di uno di essi, crollata completamente: «Non recuperiamo la vecchia volta, ma ne costruiamo una in legno in trasparenza, che ci permetterà di avere una veduta del sottotetto», spiega Di Girolamo.

Intanto, i restauratori nel laboratorio sottostante stanno ricostruendo «con un sistema di calchi e assemblaggi», come spiega Francesco Lanzetta, restauratore dei Beni culturali, «la finestra guelfa che sarà presto ricollocata nella stanza più importante». (m.g.)

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