Spina non benedice la nuova autostrada: «Progetto dannoso»

Il vescovo invita all’unità i rappresentanti dei Comuni: «Negative ricadute sociali sul territorio e il turismo»

SULMONA. «Un progetto impattante, con ripercussioni negative sul territorio e sul turismo». Anche il vescovo della diocesi di Sulmoma-Valva, monsignor Angelo Spina, si unisce al fronte del no al progetto di variante sull’autostrada A/25 presentato da Strada dei Parchi.

«Il discusso e ambizioso progetto che prevede la realizzazione di gallerie e nuovi tratti stradali, per accorciare il tracciato Roma-Pescara di circa 30 chilometri suscita serie preoccupazioni per l’impatto ambientale, le negative ricadute sociali sul territorio e sul turismo», commenta Spina. Il vescovo, inoltre, suggerisce di ascoltare la volontà popolare. «Vanno tenute in seria considerazione le richieste dei cittadini, dei Comuni, della Provincia, delle associazioni», aggiunge, «va ascoltata la voce della gente che non può essere messa a tacere».

Secondo le ultime schede di un progetto in fase già avanzata, si farebbe un’uscita autostradale a Cerchio, mantenendo la bretella con Cocullo e demolendo il tratto fino a Pratola, per poi ripartire in direzione Vittorito con un nuovo casello tra Castelvecchio e Castel di Ieri. Ed è proprio questa nuova ipotesi che “solletica” le ambizioni dei sindaci della Valle Subequana, che ora virano verso il sì al progetto. Dalla loro le ragioni di crescita economica, turistica e sociale di paesi, una decina, che negli ultimi anni hanno rischiato di scomparire. Dalla parte opposta ci sono le motivazioni del fronte del no, ormai diviso, legate all’isolamento del resto del Centro Abruzzo e ai rischi sismici, idrogeologici e ambientali di un tratto autostradale con piloni malconci e non più rispondenti alle norme. Da qui le riflessioni del vescovo sull’effettiva utilità del progetto. «C’è da chiedersi a cosa serve un mega progetto del genere: cosa lasceremo alle generazioni future?», domanda monsignor Spina. «Su questo c’è bisogno di dialogo e di discussione perché non prevalgano logiche utilitaristiche e non rispettose delle popolazioni che abitano il territorio».

Ma attorno a quest’ultimo punto il Centro Abruzzo continua a dividersi, tra i mille interessi di campanile. L’ultima modifica al progetto, che all’inizio aveva sollevato una levata di scudi, divide ora il fronte del no, coi sindaci della Valle Subequana che benedicono il nuovo casello e rompono l’unità di intenti. Unità a cui si appella il vescovo, che torna a intervenire sulle questioni politiche, a differenza della politica che tace sulla possibile chiusura della diocesi.

Federica Pantano

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