Spunta l’antenna nel campetto

Mossa pre-natalizia della Vodafone, si scatena la polemica contro il Comune: manca un piano

AVEZZANO. Installata l’antenna Vodafone nel campo dei ferrovieri. Sveltina pre natalizia in città dalla società di telefonia mobile che, visto il mancato accordo tra Rfi e amministrazione comunale, ha sistemato all’interno dello storico campo il ripetitore. A nulla sono valse le proteste dei residenti, dei rappresentanti istituzionali e delle associazioni. La Vodafone, che aveva tutte le carte in regola, ha installato l’antenna come previsto lasciando sgomenta un’intera città. L’iter era iniziato ad aprile con la regolare richiesta e la successiva autorizzazione da parte di Arta e Asl.

L’amministrazione comunale, che in questa situazione ha le mani legate non avendo tra l’altro un piano per le antenne proprio da far rispettare, ha dovuto semplicemente prendere atto di quanto deciso dagli organi competenti senza poter fare nulla. La protesta di alcuni residenti e delle associazioni hanno spinto l’assessore Fabrizio Amatilli, insieme al consigliere Ignazio Iucci, a incontrare la società e Rfi per trovare una soluzione alternativa. Si era ipotizzato di spostare l’antenna all’interno dell’area della stazione o, più in là, su un terreno demaniale. Per cambiare collocazione, però, come denunciato dal consigliere Mariano Santomaggio, la Vodafone pretendeva 10 mila euro, la cifra spesa per i lavori già avviati al campo dei ferrovieri. Alla fine il tutto è passato in sordina e le ruspe, dopo essersi fermate per qualche giorno, sono tornate in funzione fino a che è arrivata l’antenna.

«Si è persa un’opportunità di lasciare libero uno spazio verde in città», ha commentato Augusto Di Bastiano, responsabile del Centro giuridico del cittadino che ha seguito dal nascere la vicenda, «l’amministrazione comunale doveva vigilare, aveva il dovere di farlo dal momento che il campo dei ferrovieri è da sempre un simbolo di questa città. Se non dotiamo Avezzano di un piano per le antenne problemi di questo genere diventeranno all’ordine del giorno». Tante sono state le proteste da parte dei residenti che hanno deciso di intraprendere anche le vie legali per impedire l’installazione dell’antenna. «Queste antenne emettono onde elettromagnetiche che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato nel 2011 come “possibile cancerogeno per l’uomo” in classe 2B», hanno spiegato i responsabili del Wwf montano, «secondo gli studi scientifici i valori di cautela previsti per la protezione da possibili effetti a lungo termine sulla salute umana per esposizioni superiori alle 4 ore giornaliere, potrebbero non tutelare soggetti con deboli difese immunitarie come bambini, anziani e malati cronici, e i rischi per la salute aumentano con la vicinanza all’antenna, se si è direttamente esposti all’irradiamento del campo elettromagnetico. Le amministrazioni comunali devono dotarsi di un piano antenne che permetta di acquisire i dati e le informazioni sull’inquinamento elettromagnetico presente nel proprio territorio, stabilire criteri di cautela ed obiettivi di qualità per l’individuazione dei siti, avviando processi decisionali partecipativi con il coinvolgimento dei gestori telefonici, dei rappresentanti dei cittadini e delle associazioni di protezione ambientale».(e.b.)

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