«Stop al cattivo odore» Alunni e genitori in piazza 

Carsoli, armati di mascherine i manifestanti hanno chiesto ai sindaci di attivare un tavolo tecnico tra Arta e Istituto superiore di sanità sui dati monitorati

CARSOLI. «Vogliamo respirare il nostro futuro». Questo il messaggio lanciato ieri dalle mamme, dai papà e dagli studenti della scuola media e del Liceo Scientifico di Carsoli scesi in strada per dire basta al cattivo odore che da troppo tempo invade la Piana del Cavaliere. Con i volti coperti dalle mascherine, come a evidenziare la necessità di non respirare il fetore nell’aria, i ragazzi si sono raccolti insieme alle loro famiglie e ai cittadini che spontaneamente hanno voluto partecipare alla manifestazione davanti alla scuola media di Carsoli. Le mascherine sono state distribuite dal comitato dei genitori che poi ha lasciato il microfono ai giovani e ai rappresentanti delle istituzioni.
«Abbiamo il diritto di sapere cosa respiriamo mentre facciamo una partita a pallone», hanno spiegato Lucio Maria Domini, Lorenzo Luciani e Cristiano Rongoni della scuola media e Vincenzo Mariani e Nicholas Prosperi del Liceo Scientifico, raccontando la loro esperienza in questi mesi durante i quali la puzza si è fatta sempre più intensa. «Abbiamo il diritto di sapere che cosa c’è nell’aria che respiriamo».
Durante la protesta i genitori hanno interloquito con il primo cittadino di Carsoli, Velia Nazzarro, con i sindaci di Oricola, Antonio Paraninfi e di Rocca di Botte, Fernando Marzolini, presenti all’iniziativa. I rappresentanti istituzionali hanno garantito un impegno costante nella vicenda anche attraverso un confronto con l’Arta e l’Asl che presto avvieranno nuovi monitoraggi dell’aria nel territorio del nucleo industriale di Carsoli-Oricola.
«Abbiamo chiesto che venga fatto il campionamento dell’aria secondo la legge e che venga coinvolto anche l’Istituto superiore della sanità», ha evidenziato Nadia Felli, dell’associazione “Attivamente”. «Vorremmo che venisse convocato un tavolo tecnico tra Arta e Istituto superiore di sanità per un confronto sui dati emersi dai monitoraggi». Diversi i messaggi lanciati durante la manifestazione dai ragazzi preoccupati per il loro futuro. «La realtà industriale presente in questo territorio deve rappresentare un’opportunità e non una minaccia», hanno precisato gli studenti. «Certamente non dev’essere qualcosa da cui difendersi. Sappiamo che questo è possibile. Con questa manifestazione abbiamo voluto lanciare un messaggio chiaro: pretendiamo il rispetto delle regole, pretendiamo di poter vivere in una realtà in cui la produttività non sia a scapito della qualità della vita. La manifestazione è solo l’inizio di un processo di crescita che deve portare a sentirci parte di una vera comunità, unita e attenta a vigilare affinché il rispetto delle regole sia la base del nostro vivere insieme».
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