Studenti nel Progetto Case? Un secco no da Cialente

Il sindaco boccia la proposta avanzata da D’Alfonso e dalla Pezzopane «L’Unione Europea ha deciso che questi alloggi hanno natura provvisoria»

L’AQUILA. Trasformare gli agglomerati urbani del Progetto Case in campus universitari. Il presidente della Regione Luciano D’Alfonso raccoglie la proposta della senatrice Stefania Pezzopane e pensa ai fondi del Masterplan. Ma si infiamma la polemica, con il Pd aquilano che è contrario e la destra che insorge, e anche il sindaco Massimo Cialente frena gli entusiasmi ricordando che a decidere sul futuro degli alloggi provvisori sorti dopo il sisma saranno governo e Unione Europea. Duro l’intervento dell’assessore all’Assistenza alla popolazione Fabio Pelini, che dice no «all’ennesima proposta calata dall’alto». Del resto, è di qualche settimana fa l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale, su iniziativa del capogruppo del Pd Stefano Palumbo, che apre la strada al piano di abbattimento dei complessi immobiliari. La stretta di mano tra D’Alfonso e la Pezzopane non fa dunque proseliti. L’idea è di favorire l’infrastrutturazione dei siti abitativi di Roio, Pagliare di Sassa, Coppito e Sant’Antonio, quelli più vicini alle facoltà universitarie. «Gli edifici adibiti a case di prima accoglienza nel periodo post-sisma», afferma D’Alfonso, «una volta esaurita questa funzione, se adeguatamente infrastrutturati e collegati in termini di trasportistica alla vita della città e alla funzionalità universitaria, possono diventare parte integrante di un vero e proprio campus diffuso di accoglienza studentesca». Secondo la Pezzopane, «per quanto riguarda la progettazione, sarà interessante chiedere una performance elaborativa alla stessa Università, coinvolgendo anche gli studenti in merito agli indirizzi da adottare per rendere le scelte maggiormente funzionali alle loro esigenze». Un discorso del tutto prematuro, per il sindaco Cialente, che pensa invece ad altri scenari. «Intanto bisogna capire cosa ne pensa l’Unione Europea, che ha decretato la provvisorietà di questi alloggi e quindi ha deciso che vanno demoliti. So che se ne sta interessando il governo. Una volta stabilito se e quanti potranno essere salvati, va comunque avviato un dibattito più ampio, con il coinvolgimento di Adsu e Ater, per individuare le reali esigenze degli studenti. E non ci dimentichiamo che alcuni complessi sono in condizioni tali che non vale neanche la pena metterci mano». Cialente concorda con Pelini e con il capogruppo di Forza Italia Guido Quintino Liris sul fatto che i Masterplan della Regione, per quanto riguarda L’Aquila e le zone interne, siano stati calati dall’alto. «L’indirizzo su come utilizzare il Progetto Case», rimarca l’assessore Pelini, «arriva senza alcun confronto con il consiglio e la giunta comunali e con la città, cioè con chi vive quotidianamente da anni gli effetti sul territorio dei nuovi insediamenti e ha qualche competenza in più in un ragionamento di sistema che contempli oneri e opportunità. Non si tiene in considerazione la normativa vigente e soprattutto non si valutano i problemi di agibilità evidenziatisi in molti insediamenti e che, a breve, potrebbero riservare nuove sgradite sorprese. Niente di ciò, come se la fase commissariale che abbiamo subìto per anni vivesse gli effetti di un’eterna coazione a ripetere. A queste pratiche verticistiche da vecchia politica, che con rinnovate spoglie portano avanti i sedicenti alfieri del nuovo», conclude Pelini, «è ora di dire basta. Ci vogliono capacità di analisi, confronto e condivisione, senza scorciatoie propagandistiche».

Romana Scopano

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