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Sulmona, disarcionato il sindaco Ranalli, si torna alle urne

Si dimettono nove consiglieri e l’assise comunale dovrà essere sciolta. Si attende il provvedimento del Capo dello Stato

SULMONA. Finisce l’era Ranalli. Al termine di una giornata convulsa, nove consiglieri comunali ieri sera, subito dopo le 22, hanno sottoscritto le dimissioni, determinando di fatto lo scioglimento del consiglio comunale. I primi alla firma, davanti al segretario generale del Comune, Giampaolo Santapaolo, sono stati proprio i consiglieri del Pd, Alessio Di Masci e Fabio Ranalli, nonostante il segretario regionale Marco Rapino abbia tentato di fermarli fino alla fine, minacciando l’espulsione dal partito. A seguire tutti gli altri. Hanno rassegnato le dimissioni, così come annunciato in un comunicato ieri mattina, Gianfranco Di Piero, Alessandro Pantaleo, Daniele Del Monaco e Luigi Santilli, i quattro consiglieri che fanno capo all’assessore regionale Andrea Gerosolimo. Quindi è stata la volta del capogruppo di Forza Italia, Luigi La Civita e, a seguire, dei consiglieri Mimmo Di Benedetto e del consigliere di Sbic, Alessandro Lucci. Il movimento civico di Lucci, solo poco prima delle 21, al termine di un’accesa assemblea alla quale hanno partecipato in tanti, ha deciso di aderire all’iniziativa delle dimissioni, rispettando la volontà del suo movimento politico. L’estremo tentativo di scongiurare la fine anticipata del consiglio è stato compiuto proprio con gli uomini di Sbic da rappresentanti del Psi e di Sel, che in zona Cesarini hanno proposto al movimento civico l’ingresso nella maggioranza. Il no di Sbic ha di fatto decretato il destino della consigliatura e il ritorno a casa di Peppino Ranalli, eletto primo cittadino di Sulmona nel 2013, dopo aver vinto il ballottaggio sul candidato del centrodestra, Luigi La Civita. I consiglieri sono arrivati alla spicciolata, a palazzo San Francesco. Niente volti sereni, ma tutti consapevoli di esser lì per firmare un atto che andava a sancire la sconfitta di un’intera città. Anche se qualcuno già ipotizza future alleanze per vincere le prossime elezioni e tornare al governo della città. Ma ci sarà da fare i conti con i cittadini che non dimenticheranno facilmente l’ennesimo fallimento amministrativo. Si tratta infatti del quarto sindaco, in 15 anni, che non riesce a concludere il proprio mandato. Ora comincia la corsa contro il tempo per accelerare l’iter burocratico che dovrebbe portare alla firma, da parte del Presidente della Repubblica, del decreto di scioglimento del consiglio entro il 24 febbraio, favorendo un commissariamento breve, quindi fino alle amministrative della prossima primavera. Altrimenti il commissario prefettizio resterà a Palazzo San Francesco fino alla primavera del 2017.

Claudio Lattanzio

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