l'interrogatorio

Tagliacozzo, «Ho accoltellato mio nipote solo per difendermi»

Concessi gli arresti domiciliari ad Antonio Scipioni. Ha ferito gravemente il nipote di 28 anni: «Insidiava mia figlia minorenne»

TAGLIACOZZO. Antonio Scipioni ha confermato tutto davanti al giudice che lo ha interrogato nel carcere di San Nicola dove era stato rinchiuso con l’accusa di tentato omicidio per aver accoltellato il nipote, Nando, di 28 anni. Ha confermato che il diverbio, culminato con l’accoltellamento, è scoppiato perché il nipote continuava ad infastidire la figlia, sottoponendola a un corteggiamento esasperante e innaturale per il fatto della consaguineità e per la minore età della ragazza (solo qualche giorno fa ha compiuto 18 anni).

Per la sua collaborazione nel corso dell’interrogatorio, il gip Francesca Proietti, a Scipioni, dopo la convalida dell’arresto, ha sostituito la misura cautelare del carcere con quella dei domiciliari. «Si è vero, l’ho accoltellato», avrebbe dichiarato in presenza del suo avvocato di fiducia, Rosa Di Pietro, «ma loro mi hanno aggredito ed erano anche in due». L’ipotesi della legittima difesa, dunque, prende piede nella strategia difensiva di Scipioni. Il legale del cinquatacinquenne è chiaro: «È un tipo esile ed ha avuto paura per la presenza dei due nipoti robusti e per il fare minaccioso. Peraltro, è anche sofferente, probabilmente perché ha qualche contusione alle costole dopo il pestaggio subito dai due». Nel frattempo, le condizione di Nando Scipioni, ferito dopo essere stato trafitto all’intestino da una lama di 13 centimetri, permangono stazionarie: la prognosi rimane riservata e la sua situazione clinica è stabile dopo l’intervento d’urgenza subito appena arrivato all’ospedale di Avezzano. Gli operatori del 118 lo avevano soccorso a terra, davanti al bar di Poggio Filippo. Il coltello a scatto usato dallo zio per colpirlo all’addome era stato trovato e sequestrato dai carabinieri della compagnia di Tagliacozzo, coordinati dal capitano Edoardo Commandè, sul luogo dell’aggressione. Le prove raccolte, i testimoni ascoltati e ogni altro elemento utile alle indagini sono nel rapporto che i carabinieri hanno consegnato al sostituto procuratore, Maurizio Maria Cerrato, titolare dell’inchiesta. Il pm, ieri mattina, durante l’udienza di convalida – durata un paio di ore – ha mantenuto la sua posizione. Ha chiesto per Scipioni la permanenza in carcere, probabilmente perché l’uomo lo scorso anno, sempre con un coltello, aveva ferito, durante un litigio, un minore. Ieri mattina Scipioni, durante l’udienza, è scoppiato in lacrime preoccupato per le condizioni del nipote. Al gip si è detto dispiaciuto e che le conseguenze sono andate oltre le sue intenzioni.

Dario Pallotta

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