I soccorsi a Villa San Sebastiano di Tagliacozzo, a destra la vittima Arbutina Amza

Tagliacozzo, muore a 23 anni schiacciata dal cancello 

Tragedia nella frazione di Villa San Sebastiano, vittima la figlia del custode di un’azienda agricola: è stata travolta dal grosso cancello mentre lo chiudeva. Aperta l’inchiesta

TAGLIACOZZO. È morta sotto il peso del cancello dell’azienda agricola dove il padre è custode. Arbutina Amza, 23 anni, di origini macedoni, è stata soccorsa dopo l’allarme lanciato dai familiari, ma non c’è stato nulla da fare. Sulla dinamica sono in corso indagini dei carabinieri arrivati sul posto per i rilievi.
L’incidente è accaduto dopo cena quando, secondo una prima ricostruzione, la ragazza stava chiudendo il grosso cancello in metallo dell’azienda. Qualcosa però non è andata per il verso giusto e la grossa anta di ferro si sarebbe sganciata all’improvviso, travolgendola. L’incidente è avvenuto all’interno della cooperativa agricola La Villa, che si trova nelle campagne di Villa San Sebastiano Nuova, frazione di Tagliacozzo.
La tragedia si è consumata in un attimo, senza che nessuno potesse fare nulla per evitarne le fatali conseguenze. La ragazza di 23 anni ha riportato ferite gravissime e neanche i soccorsi, che pure si sono mobilitati, sono valsi a nulla. Sul posto è arrivata, infatti, un’ambulanza del 118 e il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso.
La vittima viveva all’interno della stessa azienda con la sua famiglia perché il padre è il custode della struttura agricola. Diverse persone sono arrivate sul posto perché la notizia si è diffusa velocemente in paese. Quanto accaduto è rimbalzato anche sui social network e proprio attraverso questo mezzo gli amici hanno appreso della disgrazia.
Arbutina Amza era arrivata in Italia con la famiglia tanti anni fa e aveva cercato da subito di inserirsi nella comunità locale. Aveva anche frequentato l’Istituto tecnico per il turismo di Tagliacozzo dove aveva conosciuto diversi amici e alla fine aveva conseguito il diploma di scuola superiore.
Aveva un carattere molto riservato e conduceva una vita semplice, al riparo da ogni eccesso. Ma non si tirava mai indietro in casa quando c’era qualcosa da fare. Il suo legame con la famiglia di origine era dunque molto intenso.
L’incidente ha gettato nella disperazione i genitori che dopo l’incidente sono rimasti sotto shock. La madre è stata assistita dai paramedici intervenuti sul posto.
La donna è rimasta davanti al corpo senza vita della figlia fino alla conclusione delle operazioni di soccorso prima e di rimozione della salma poi. Sono state scene strazianti.
La cooperativa già nei giorni scorsi era stata colpita da un altro incidente. Era andato a fuoco, infatti, un capannone con all’interno bestiame e foraggio. L’intervento tempestivo dei vigili del fuoco di Avezzano aveva scongiurato il peggio, ma i danni erano stati ingenti. Era stata esclusa l’ipotesi che si trattasse di un incendio di natura dolosa. Le fiamme, secondo quanto accertato dai tecnici dei vigili del fuoco, erano partite da un mezzo agricolo su cui al momento del rogo c’era il padre del proprietario. Probabilmente si era trattato di un corto circuito. Ora la situazione in azienda era tornata alla normalità e nessuno si aspettava questa nuova tragedia che ha colto tutti inaspettatamente.
Ora sono in corso indagini da parte della magistratura avezzanese che, avvalendosi dei rilievi eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo cercherà di ricostruire la dinamica dell’incidente per capire come mai il grosso cancello possa aver ceduto all’improvviso.
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